L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo e in particolar modo su Valente.
Di momenti negativi di squadra ne ha già vissuti dal suo arrivo nel 2020, sia in Serie C che in B. La sua risposta è sempre la solita, con quella generosità e rabbia agonistica che solo lui (insieme a pochi altri) sa mettere in campo: crossare a più non posso, finché qualcuno non sarà in grado di buttare dentro la palla. È andata così anche contro il Catanzaro e Valente, nella mezz’ora che gli ha concesso Corini, ha sfornato il terzo assist in campionato, con un traversone su cui si è avventato con i tempi giusti Stulac per l’1-2; ma nella gara del numero 30 c’è tanto altro, un insieme di fattori che suggerisce come al momento sia lui l’esterno più in forma nel comparto del Palermo, proprio lui che nelle gerarchie del tecnico partiva più indietro.
Rispetto ai compagni di reparto Valente è quello con il minutaggio più basso (234’ recuperi esclusi) e il minor numero di apparizioni da titolare (una su otto partite disputate); eppure nessuno riesce a dare quanto lui in termini di produttività. I tre assist, uno ogni 78’ in media, non bastano da soli a dare un’immagine chiara del suo contributo: con lui in campo i rosa cambiano modo di giocare, sviluppando le azioni più sulle fasce che centralmente e portando più uomini nell’area avversaria per ricevere i cross.
Lo spostamento a sinistra, corsia non particolarmente battuta dal numero 30 negli ultimi tempi, non ha diminuito affatto la sua pericolosità: dopo l’ennesima occasione di rientrare sul destro concessagli dal Catanzaro ha trovato perfettamente libero Stulac, che pur non essendo un incursore puro si è immolato per la causa e ha battuto Fulignati. Da una posizione simile Valente aveva messo sulla testa di Soleri la palla del 3-1 a Reggio Emilia: anche in quell’occasione i minuti a disposizione erano stati pochi.