L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla gara tra Palermo e Spal con i rosanero ad un nuovo bivio.
Terzo «spareggio» in otto giorni. Il morale dopo il pari interno col Como è basso ma basterebbe scambiare i risultati di giovedì e di Benevento per vedere le cose da un’altra angolazione. Se il Palermo avesse pareggiato a Benevento e battuto il Como – dunque con gli stessi quattro punti – l’umore dei fans sarebbe leggermente diverso. Per dire che da quando il calcio esiste il risultato condiziona ogni giudizio: pareggio esterno e vittoria in casa è considerato un buon bottino, qualsiasi sia il gioco espresso.
In ogni caso occorrerà abituarsi a questo minuetto: un passo avanti, un passo indietro. La tanto auspicata continuità in questo torneo cosi equilibrato è un obiettivo difficile perché non esiste partita dall’esito scontato: contro le squadre sulla carta «deboli. (Cosenza, Venezia e appunto Como) il Palermo ha lasciato punti importanti, contro formazioni più forti come Genoa, Parma e anche Benevento ha vinto. Perché? Sul piano tattico il campo è stato chiaro: perché il Palermo esprime il meglio quando è attaccato e può replicare in contropiede.
Quando non è obbligato a condurre la partita. Cosi, bene che oggi la Spal (che ha conquistato due punti nelle ultime cinque gare) sia ferita, che venga ad aggredire in cerca di un successo che manca ormai dal 22 ottobre (5-0 al Cosenza) per staccarsi dalla coda della classifica. Una posizione assolutamente imprevedibile per Tacopina, che alla vigilia del campionato parlava chiaramente di play-off.