Palermo, con la BMP non si passa. Una difesa di ferro per il sogno serie B
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla difesa del Palermo, imbattuta da tre partite.
Una linea oltre la quale non si passa. Si chiama BMP e sta facendo già parlare di sé. Perché con Buttaro, Marconi e Perrotta (BMP appunto) schierati in pianta stabile, il Palermo, al momento, detiene il record di imbattibilità del Girone C: 283’ nei quali nessuno è riuscito a perforare Pelagotti, ovvero dal rigore di Tito (peraltro inventato dall’arbitro), segnato dall’Avellino alle tre gare successive disputate dai rosanero con Fidelis Andria, Potenza e Paganese. Ma non è solo questo dato a certificare l’importanza del muro costruito da Filippi. Perché, in generale, quando i tre difensori, che adesso il tecnico ha potuto eleggere a pacchetto arretrato titolare, hanno giocato insieme il Palermo non ha mai perso e ha incassato soltanto un gol.
Un solo gol al passivo Finora sono in tutto sei le gare giocate dal terzetto difensivo: con Catanzaro (0-0), Monterosi (1-1), Juve Stabia (0-0), Fidelis Andria (2-0), Potenza (2-0) e Paganese (3-0). In totale 12 punti conquistati, con Pelagotti che può dare il meglio di sé, perché più protetto e più concentrato sulle poche conclusioni che gli arrivano. Un’altra musica rispetto alla scorsa stagione quando di questi tempi con Boscaglia i rosanero erano vittime di un assalto continuo degli attaccanti avversari.
La BMP, dunque, funziona, qualcuno potrà dire grazie al cambio di modulo con tre centrocampisti che assicura più copertura. E invece il terzetto ha funzionato a dovere anche con il 3-4-2-1, il sistema adottato con Catanzaro, Monterosi e Juve Stabia. Il problema per Filippi, semmai, è stato non averli avuti sempre a disposizione, a causa di squalifiche e infortuni, un problema che ha costretto il tecnico a ricorrere alla difesa a quattro per due gare. Adesso che Buttaro, Marconi e Perrotta sono tornati insieme a disposizione da tre gare, ecco che è nata la linea Maginot del Palermo. Un vero e proprio bunker che racconta tre storie diverse: la voglia di sfondare di un millennials al suo primo anno da professionista, il rilancio di un giocatore che sembrava dovesse andar via e la rivincita di chi è stato scaricato dal Bari e ora medita la sua rivalsa.