L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo che domenica affronterà il Venezia.
Il Palermo avrà imparato la lezione proveniente dal recente passato? La gara interna con il Venezia di domani alle 18 è una specie di déjà-vu. Il match presenta, infatti, le stesse trappole che c’erano in occasione della partita che gli uomini di Corini disputarono subito dopo la prima sosta a fine settembre. Reduci da una sconfitta di misura in trasferta preceduta da un successo casalingo, i rosanero giocarono al “Barbera” e persero 1-0 col Sudtirol, squadra che adesso si trova a ridosso della zona playoff ma che quando si presentò nel capoluogo siciliano era in convalescenza dopo un avvio di torneo difficile come il periodo che attraversano i lagunari. Avversario da non sottovalutare proprio perché relegato nei bassifondi della classifica e intenzionato a invertire un trend negativo di risultati.
La vittoria ottenuta dagli altoatesini al “Barbera” certificò l’efficacia della cura Bisoli, tecnico subentrato a stagione in corso proprio come Paolo Vanoli, da 19 giorni, sulla panchina degli arancioneroverdi. Un’altra coincidenza pericolosa per i rosanero che finora hanno sofferto contro compagini fresche di cambio di guida tecnica. E con Vanoli aumentano le insidie perché l’ex allenatore dello Spartak Mosca vorrà fare bella figura al cospetto del club con cui ebbe dei contatti la scorsa estate e che, dopo le dimissioni di Baldini, lo prese in considerazione i prima che la scelta cadesse su Corini. In ogni caso, il sottotesto della sfida di domani è chiaro: si scrive Venezia ma è come se si leggesse Sudtirol. Il copione del match rievoca un passato recente da cui trarre insegnamento per “svoltare” e dare un impulso significativo al proprio cammino. Guai a ricadere sulle stesse buche e commettere gli errori di due mesi fa.
Che Palermo sarà? E’ la domanda che ci siamo posti anche a fine settembre. La squadra scesa in campo subito dopo la sosta non fu brillante e diede delle risposte che “spiazzarono” gli addetti ai lavori della società di viale del Fante dopo la settimana di allenamenti in Inghilterra nel quartier generale del Manchester City. E adesso? Le incognite restano ma va detto che rispetto a quella circostanza le premesse sembrano diverse con un Palermo che nel frattempo è diventato una squadra e che, nonostante gli alti e i bassi, ora può fare leva su alcune certezze. Una di queste è la scelta di determinati interpreti e di un modulo (4-3-3) aperto ad alcune varianti come ha ribadito la seduta di ieri al “Tenente Onorato”.