Palermo, ci vuole tanto tempo per costruire un sogno e pochi attimi per distruggerlo

Ci vuole tanto tempo  per costruire un sogno e pochi attimi per distruggerlo. Il Palermo lo sta frantumando, pezzo dopo pezzo, senza rendersi conto che, mentre continua a portare a casa risultati spiacevoli, ci sono squadre che corrono veloci e non sembrano intenzionate a fermarsi. Parma e Venezia comandano la testa della classifica e, alla luce della terribile nuova sconfitta dei rosanero, hanno un’importante possibilità di allungare il divario.

In questo momento però, sarebbe bensì più concreto e sensato non osservare solo in alto. Perché basta guardarsi un attimo le spalle per capire ancor di più che, così come la classifica nonostante tutto sia ancora corta nelle prime posizioni, allo stesso modo Cittadella e Modena strizzano l’occhio alla valida possibilità di scavalcare i rosanero, che così scivolerebbero all’8^ posto in classifica vicino al Cosenza lontano solo 5 lunghezze, che però deve ancora giocare e potrebbe portarsi a soli due punti dal Palermo. I rosanero dunque stanno realmente facendo di tutto per rovinare quello che, alla vigilia, poteva essere un anno importante per la reale possibilità di fare il salto di categoria.

Il prossimo match Corini e suoi uomini sbarcheranno proprio a Parma in casa del club, forse, più in palla di tutti da inizio stagione. Il distacco, dunque, potrebbe ampliarsi ancor di più ed il rischio serio di contare ben 12 punti di ritardo è più che semplice utopia. Ma il calcio però non è solo uno sport fatto da numeri e posizioni in classifica, anzi.

Il rischio concreto di frantumare l’entusiasmo c’è e forse sta già accadendo, ma c’è un sentimento ben più grave della delusione che sembrerebbe già star per prendere il sopravvento in città: la rassegnazione. Quando un tifoso è rassegnato ogni punto, posizione e prestazione è compromessa. Che senso ha continuare verso questa direzione? È sotto gli occhi di tutti che qualcosa si è rotto irreparabilmente da ben più tempo, eppure dalla società filtra fiducia ed ottimismo. Ma non facciamo che chi debba decidere, una volta deciso, possa riconoscere l’incorrere della reale possibilità di essere cacciato via per l’aver contribuito notevolmente al fallimento? Non può di certo essere un unico uomo il responsabile di tutte le difficoltà e, forse, mentre Parma e Venezia scappano via è già troppo tardi per capire come aggiustare le cose. Ma il calcio è così dolce e crudele e mentre tu rallenti drasticamente le altre chiudono gli occhi, accelerano e fuggono via.

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Rosario Di Stefano