L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla sconfitta del Palermo contro il Lecco.
E ora non resta che chiedere di giocare tutte le partite in trasferta. Se non fosse per questo straordinario pubblico (anche ieri quasi 26,000 paganti) la proposta andrebbe avanzata in Lega. Il Palermo continua a pagare il «mal di Barbera» ; in cinque gare esterne ha messo insieme tredici punti, in cinque gare interne solo sette punti.
Frutto di due vittorie, un pareggio e di due sconfitte. Ieri a espugnare lo stadio palermitano è stato l’insospettabile Lecco che ha lasciato così l’ultimo posto in classifica. E lo ha fatto con le stesse armi con cui era passato il Cosenza econcui lunedì scorso stava vincendo lo Spezia. Il contropiede, le ripartenze, le armi che il Palermo usa in trasferta e dalle quali non sa difendersi in casa. Perché? La motivazione oltre che tattica (ieri Corini non ha indovinato il passaggio al 4-4-2) è principalmente psicologica.
Perché il Palermo in casa, davanti al proprio pubblico, alla spinta, ai cori, alle coreografie, smarrisce l’equilibrio necessario per evitare che anche squadre inferiori come il Lecco lo facciano a fette. C’è la foga di vincere tutto e subito, magari anche una piccola dose di presunzione, certo è che ierì la squadra di Bonazzoli ha segnato due gol facili nel primo tempo e poi s’è difesa con ordine concedendo ai rosa il rigore nel recupero (tocco di mani di Celjak) che Brunori ha segnato rendendo meno pesante la sconfitta.