Palermo, cassonetti pieni e dati alle fiamme l’assedio dell’emergenza rifiuti Todaro (RAP): «Io per primo, da cittadino dico che è una vergogna»”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’emergenza rifiuti a Palermo.

Di notte gli incendi in città dei cumuli di immondizia, di giorno quelli di sterpaglie ai bordi delle strade e nei campi non coltivati. Basta che cominci a soffiare lo scirocco che gli incendiari entrano in azione. Se poi sulle strade ci sono tonnellate di immondizia non raccolta dalla Rap, per i criminali è ancora meglio e per i vigili del fuoco diventa un incubo. Solo a Palermo in 24 ore hanno affrontato oltre ottanta incendi in città e provincia fra cassonetti pieni di rifiuti, montagne di sacchetti ai bordi delle strade e sterpaglie secche.

L’emergenza è scattata intorno a mezzanotte con le prime chiamate al numero unico per le emergenze che segnalavano montagne di immondizia bruciare in città. Per tutta la notte le squadre dei pompieri si sono spostate come palline impazzite da un capo all’altro di Palermo per contenere i quaranta roghi scoppiati a distanza di pochi minuti uno dall’altro. Soprattutto allo Zen e nel quartiere Oreto. I vigili del fuoco sono stati impegnati fino all’alba nelle operazioni di spegnimento di 8 gruppi di cassonetti in città, di quindici montagnole di rifiuti incendiate e altrettanti roghi di sterpaglie in città e provincia.

In un file ha elencato le 50 urgenze da non mollare neppure per ventiquattro ore. In cima alla lista c’è la realizzazione della settima vasca nella discarica di Bellolampo che si attende da anni, c’è la raccolta differenziata ancora inchiodata al 20% e il contrasto alle discariche abusive, oltre cento secondo l’ultimo censimento. Si potrebbe parlare di emergenza, ma Giuseppe Todaro, presidente della Rap dallo scorso aprile, sa bene che si tratta sempre delle stesse criticità che l’azienda si porta dietro da dieci anni. Nel tempo sono cambiati gli amministratori unici e i presidenti, ma stanno sempre là, nell’elenco delle urgenze. E mentre legge e rilegge ogni giorno i 50 punti coltiva un sogno: fare sparire dalla città tutti i cassonetti estendendo a tappeto la raccolta differenziata.

La fotografia di questi giorni di una città messa in ginocchio dai cumuli di spazzatura dal centro alle periferie lo fa apparire assolutamente irrealizzabile. «È la mia speranza, il mio obiettivo», dice Todaro. Presidente, che idea si è fatto della Rap guardandola dall’interno? «Se non si ristruttura l’azienda dalle sue radici non cambierà mai nulla. Io per primo, come cittadino, dico che è una vergogna. Adesso, però, la volontà politica di cambiare c’è, le intenzioni e gli strumenti ci sono pure: la somma di tutto questo dovrebbe fare migliorare le cose. Certo non bastano pochi mesi, serve tempo».