L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Matteo Brunori e le sirene dal mercato.
Si dice che confermarsi sia più difficile che esplodere, e allora ecco il nuovo obiettivo di Matteo Brunori: far sì che il 2022, anno in cui è stato il più prolifico attaccante d’Italia con 34 gol all’attivo, sia subito replicato da un 2023 all’altezza. Non sarà facile, ma Brunori è in cerca di altre sfide stimolanti che gli facciano alzare l’asticella e allo stesso tempo la capacità di diventare decisivo.
L’anno del cambiamento. Palermo e il 2022 sono stati per Matteo la svolta di una carriera che sembrava ormai orientata al piccolo cabotaggio. Arrivato in prestito e con poche possibilità di restare, è diventato invece il simbolo di una impresa storica. L’arrivo della nuova proprietà ha cambiato anche le sue prospettive: la forza del progetto City Group non solo ha portato alla sua conferma (sostenendo lo sforzo economico necessario, con un acquisto a titolo definitivo, 4 anni di contratto e un congruo aumento di stipendio), ma a fargli compiere un gesto in controtendenza con tanti calciatori del passato lanciati dal Palermo e poi andati in cerca di successi altrove. Brunori è voluto rimanere in una neopromossa, si è assunto ulteriori responsabilità diventando capitano (se non gioca Floriano), ha continuato a segnare a grappoli anche in categoria superiore. E l’attenzione della nazionale è la naturale conseguenza di un processo di crescita che non deve fermarsi.
Il gol di gennaio. I record stabiliti da Brunori nei 18 mesi di permanenza a Palermo sono clamorosi: ha sfiorato il record di Toni sulle reti in una stagione (29 contro 30), è entrato nella top ten del migliori realizzatori rosanero d’ogni tempo, segna almeno un gol da 11 mesi di fila. E vuole iniziare il 2023 impegnandosi nel completare il suo fantastico “anno solare” e trovare la porta in una delle 3 sfide di gennaio (il 14 a Perugia, venerdì 20 al Barbera col Bari, il 28 ad Ascoli) in calendario.
Per la squadra è diventato irrinunciabile tanto che da quando è stato tesserato non ha mai saltato una partita ufficiale: 69 match di fila, e ora deve stare attento perché è entrato in diffida. Perfino trovare un suo alter ego comincia a diventare pesante, Vido o Soleri (che possono giocargli a fianco) non reggono il passo. Ma il calcio guarda sempre al futuro, dunque Matteo non ha alcuna intenzione di rallentare. L’età, 29 anni a novembre, è quella giusta per la maturazione definitiva e il Palermo guarda in alto: prima si porta a casa la salvezza, poi si mirerà ad altri traguardi eccellenti. Le sirene di club prestigiosi o della A? Ci sono. Ma Brunori si sente l’alfiere rosanero.