Filippo Ranocchia, arrivato al Palermo nel mercato di gennaio, si sta rivelando un calciatore di fondamentale importanza nello scacchiere di Corini e di primissimo livello per la Serie B. Svolge un ruolo fondamentale nei rosanero, non solo per le sue capacità realizzative, ma anche perché permette uno sviluppo più verticale, che sta permettendo al Palermo di trovare spazi con molta più semplicità.
Ai microfoni di Sportitalia.it, è stato intervistato Filippo Brachini, tecnico del giocatore ai tempi del Monte Malbe, oggi Mantignana Monte Malbe, società sportiva umbra dove Ranocchia ha mosso i primi passi antecedentemente al grande salto nel vivaio del Perugia. Di seguito le sue parole sul centrocampista del Palermo:
«Monte Malve? Siamo una realtà di periferia a due passi da Perugia, dove il calcio è sempre stato seguito. Per quanto riguarda la società sportiva, abbiamo sempre cercato di valorizzare al massimo chi aveva più prospettiva ma, nello stesso tempo, senza lasciare indietro nessuno. Non a caso abbiamo quasi 200 ragazzi iscritti e molti fidelizzati.
Ranocchia? Era appunto molto piccolo ed era appena arrivato negli esordienti. Ti dico che già si intravedevano delle doti tecniche innate. Giocava molto più avanzato, quasi punta. Aveva inoltre nel repertorio uno dei suoi tuttora attuali marchi di fabbrica, ossia i calci di punizione. Poi, un poco alla volta, ha cambiato ruolo. In tal senso molto importante è stato il Prof. Renzo Cenci: vide in Filippo un talento molto particolare, in più lui era già solito lavorare sui singoli. Gli ha trasmesso i principi fondamentali prima del passaggio nel Perugia. Dico la verità: l’ho sì allenato per un periodo, ma i meriti principali vanno proprio al Prof. Cenci.Uno molto positivo con le doti da leader che ha ancora oggi.
Proprio all’inizio del campionato ho avuto modo di parlare con suo padre che era a trovarci al campo di allenamento. Mi diceva che Filippo aveva bisogno di trovare una realtà dove potesse esprimere al meglio e appieno le sue doti. A Monza aveva trovato giocatori molto simili a lui ma al contempo più esperti come Pessina e dopo Colpani. Sono d’accordo sul fatto che l’Empoli poteva valorizzarlo meglio. Ma guardando il lato positivo, a Palermo ha l’opportunità sia di esplodere e che di tornare in Serie A.
Per me infatti è andato al Palermo proprio nel momento giusto, è stata e sono certo che sarà la sua svolta perché, dopo le ultime esperienze, poteva subire una piccola, chiamiamola così, depressione sportiva. A volte è meglio scendere di categoria per agire da protagonisti».