Il tempo degli alibi è finito, adesso la situazione è preoccupante e piuttosto seria. Un anno fa, l’entusiasmo e la voglia di rinascita sono stati parecchio d’aiuto per l’organizzazione, seppur in tempi record, di un organico capace di ritornare subito a calcare i campi del professionismo.
Missione compiuta, forse anche con l’aiuto dello stop del campionato visto che il Savoia sembrava proprio non voler mollare. Ma con i se e con le ipotesi è cosa nota che non si vada da nessuna parte, quindi promozione acquisita già a fine Marzo e tanto, forse anche troppo tempo per programmare una nuova stagione che di sicuro poco aveva a che vedere con quella del dilettantismo.
Già, perché tra la serie D e la serie C il divario non è grande: è enorme. Il vantaggio però, il Palermo lo aveva, pandemia permettendo. C’era tempo per programmare meglio la nuova stagione, c’era tempo per scegliere prima i giocatori che avrebbero dovuto indossare la maglia rosanero e c’era tempo anche capire che forse, serviva qualcosa in più per puntare ai primi posti del campionato.
C’era tempo, ma adesso i giochi sono fatti con il mercato chiuso ed è tempo di risposte. Risposte che fin qui, nelle prime quattro giornate di campionato, hanno evidenziato un Palermo che non c’è, che non gira, insomma un Palermo che potremmo permetterci di definire orribile.
Passi la sconfitta all’esordio contro il Teramo per un evidente ritardo di condizione fisica (anche qui gli interrogativi sulle amichevoli non disputate affiorano in mente), passi anche il pareggio contro la Ternana che aveva fatto intravedere un timido miglioramento, ma adesso non sono più tollerabili certe prestazioni.
Uno 0-2 contro l’Avellino in casa e un 2-1 contro il Bisceglie fuori, hanno detto chiaramente che c’è qualcosa che non va. E non si venga certamente a dire che quella rosanero è una squadra che deve ancora superare la fase di rodaggio, o che per meglio dire deve ancora assimilare i meccanismi del nuovo staff tecnico: l’avversario di oggi è stato costruito in fretta e furia ed è stato ripescato dalla serie D ai nastri di partenza del nuovo campionato.
Un gol in mischia nelle prime 4 giornate di campionato, sono forse un segnale che qualcosa in più, lì davanti, andava certamente fatto. Perché una squadra che punta ai vertici del campionato, si presenta ai nastri di partenza con la coppia d’attacco della Primavera del Torino? Perché qualcuno diceva che per vincere un campionato sarebbe stato fondamentale avere una punta da 20 gol e poi invece si è andati su scelte diverse?. Tanti, troppi interrogativi a cui adesso non c’è più tempo per dare risposte. Chi ha preso il Palermo deve assumersi onori per quanto fatto fin qui e per il coraggio avuto nella scelta, ma sicuramente deve assumersi anche gli oneri del caso. Nessuno è intoccabile, nessuno è esente da critiche, si valuta il lavoro sul campo, che è l’unico arbitro della partita.
Sia chiaro, siamo solo alla quarta giornata di campionato, ma il Palermo oggi si trova in fondo alla classifica di serie C, con un bottino magro, magrissimo, e con una pochezza a livello di gioco disarmante.
Il tempo degli alibi adesso è decisamente finito: sono stati messi in evidenza alcuni errori di programmazione che rischiano di costare carissimo. E’ tempo che qualcuno faccia mea culpa, perché adesso serve sperare in un cambio di rotta immediato che ad oggi però appare lontano.
Il Palermo al momento è in balia degli avversari, completamente surclassato in ogni zona del campo e non riesce a reagire tirandosi fuori da una situazione che dopo quattro gare appare drammatica.