L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla sfida tra Mazzotta e il Palermo che andrà di scena domani al Barbera.
Come già accaduto altre volte: occhio ai palermitani. Anzi, al palermitano, perché nel Bari ce n’è soltanto uno. Mazzotta ha inseguito a lungo in carriera la maglia rosanero e l’ha trovata nell’ultimo anno di vita del «vecchio» club di viale del Fante, riportato a casa da Rino Foschi (che lo aveva già avuto a Cesena) a nove anni dalla vittoria, da protagonista, dello scudetto Primavera proprio con la squadra della sua città. Il Palermo lo ritroverà domani da avversario e dovrà fare attenzione, perché ha già patito in passato la voglia di rivalsa dei palermitani.
Non che la sua situazione sia paragonabile a quella di altri concittadini militanti in Serie C: Mazzotta col Palermo ci ha giocato e, alla fine, il matrimonio si è interrotto solo a causa del fallimento della società. Altri, invece, in rosanero non hanno mai esordito, limitandosi solo a militare nel settore giovanile.
L’ultimo ad avere inciso è stato Plescia, prodotto del vivaio palermitano, attualmente in forza all’Avellino. È stato lui a guadagnarsi, con una evidente simulazione, il rigore che ha permesso agli irpini di pareggiare il match del «Barbera», sfida in cui erano presenti altri quattro palermitani: Silvestri (applaudito dalla curva), Rizzo, Di Gaudio (che in estate si è allenato con Mazzotta in città) e il subentrato D’Angelo.