Palermo, Baldini va già al massimo: «La mia squadra lotterà per la A»

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle prime parole di Silvio Baldini in conferenza stampa.

L’estate è tempo di saldi, ma Baldini non fa sconti a nessuno. Neanche al City Football Group, neanche a chi predica pazienza nella costruzione di un Palermo che comunque è una matricola, in questo campionato di Serie B. Non per il tecnico, che di passaggi intermedi non ne vuol sentire parlare: «Ci si può presentare in due modi: o si mette la faccia dicendo quel che si pensa, o ci si nasconde dietro le pieghe dell’ipocrisia. Questa seconda soluzione l’ho tolta via dalla mia vita. L’altra volta Soriano ha detto che dobbiamo fare un campionato tranquillo, di transizione, ma non fa per me. Non mi interessa la paura che le cose vadano male, alleno il Palermo convinto che possa andare in Serie A. Continuerò a metterci tutto l’entusiasmo e a crederci, perché la mia fede è talmente grande che non mi fa paura niente. Sono pronto a questa nuova sfida, aspetto che inizi il campionato perché non sarà una passeggiata. Ma succederà come è successo quest’anno, che il Palermo otterrà la promozione».

Niente diplomazia, niente scaramanzia, niente prudenza. Solo la passione di un uomo che ha dalla sua i risultati, che ha ancora vivo nella mente il ricordo di quanto accaduto un mese fa, in barba ai pronostici e alle previsioni. Anche quelle del City Football Group: «A loro per primi, a marzo, in base agli algoritmi e al database che hanno, sembrava impossibile che il Palermo potesse andare in Serie B. Dopo invece ci siamo riusciti, perché in tutte le cose si esclude sempre quella più importante: l’emotività. Quando un giocatore si sente importante, migliora». Per questo motivo, il tecnico vuole focalizzarsi solo sulla rosa attualmente a disposizione per l’inizio del ritiro pre-campionato: «Non dobbiamo cominciare a nasconderci dietro i falsi problemi. Non manca niente, la vita mi ha insegnato che ci sono cose da risolvere, non problemi. Voglio avere situazioni da affrontare per cercare di risolverle al meglio. Qua tutti vogliono darmi una squadra competitiva, in grado di ottenere questo risultato. Poi, sì, mi è stato chiesto di fare un campionato tranquillo, ma non mi piace. Io voglio vivere sempre nel pericolo, con l’adrenalina, per sentirmi vivo. È il mio modo di essere».