Palermo, baby estortori per il cavallo di ritorno

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla baby criminalità a Palermo.

«Rivuoi il motorino? Allora devi darci 500 euro», «Se non paghi subito, lo smontiamo in mille pezzi». «Vediamoci ora, portaci i soldi e te ne torni con l’Sh», telefonate continue e stressanti per convincerlo a sborsare i contanti che servivano per «liberare» il suo scooter che era stato rubato pochi giorni prima in via Brigata Aosta, nella strada parallela di via dei Cantieri che va a finire dove sorge il cosiddetto «palazzo di ferro», occupato dagli abusivi da più di vent’anni.

I residenti hanno protestato più volte per la situazione di degrado che si è creata attorno alla struttura perché in questa zona la percentuale di auto e moto che spariscono è sempre più alta. Il metodo usato questa volta dai ladri è stato quello ormai arcinoto del cosiddetto «cavallo di ritorno», un furto con annessa richiesta di riscatto per restituire i] mezzo rubato al legittimo proprietario. Quello che invece è completamente nuovo per la storia criminate della città riguarda gli autori del colpo: due minorenni – il primo di 14 e l’altro di 16 anni – che sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di San Lorenzo.

Mentre per le due complici più grandi – due donne di 27 e 25 anni – a cui tra l’altro era stato affidato il compito di essere le telefoniste dell’estorsione, è scattata la denuncia di stato di libertà. Secondo una prima ricostruzione erano loro, in pratica. a fare da collegamento anche per contattare il malcapitato – un giovane di 20 anni – per pressarlo affinché si decidesse a mettere mano al portafoglio in maniera da riavere il suo motorino. I quattro avrebbero pianificato tutto per filo e per segno, come un gruppo di criminali collaudati e esperti.