Palermo: avanti tutta con la cura Baldini, ma serve la svolta in trasferta. Brunori? Peccato che sia di proprietà della Juventus
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla cura Baldini per il Palermo.
Non dev’essere male voltarsi indietro e capire che razza di lavoro è stato fatto. Ma non rientra nella filosofia di Silvio Baldini. E allora, se non si fosse capito il messaggio lanciato dopo la sconfitta di Foggia, cancellata dal perentorio riscatto di sabato scorso, il tecnico ha ribadito il concetto sia pure da prospettive diverse: «Bella vittoria, ora testa alla prossima partita». Una frase all’apparenza rituale e banale che, stavolta, contiene profondi significati. Soprattutto uno: non si molla un centimetro, anzi bisogna cambiare marcia già da Francavilla che diventa il punto di svolta per le dichiarate ambizioni di B.
Mancano undici giornate alla fine della regular season (cinque in casa e sei fuori) e il Palermo deve prendere il passo giusto per arrivare ai play off nelle migliori condizioni, con lo spirito di crederci e la convinzione di migliorare l’attuale squilibrio fra punti conquistati in casa, 34, e in trasferta, 11: il successo pieno manca dal 7 novembre. Intanto, scacciata la paura, torna il sereno con i cinque gol alla Turris. Brunori, la “guest star”, merita un capitolo a parte. Con le sue prodezze sta entrando nella storia di ieri e di oggi. Ha realizzato quattordici reti tutte su azione — se togliamo i rigori, è ampiamente primo nella classifica dei marcatori — ha superato il suo record personale in campionato, e ora si propone di ab[1] battere quota 17, conquistata grazie ai play off, tre anni fa quando giocava ad Arezzo. Oscurato Lucca, il prossimo obiettivo, per andare sul podio più alto, diventa il primato dei cannonieri rosanero di C, detenuto da Messina e Cappioli con 15 gol.
I suoi ritmi sono travolgenti. Alla ventesima giornata neppure Luca Toni (13) aveva segnato quanto lui. E alla trentottesima arrivò a quota 22. Un traguardo a portata di mano, considerata la media attuale dell’attaccante rosa. Fermo restando che alla fine di un campionato speciale (a 24 squadre), il centravanti azzurro vinse la classifica con 30 reti. Il futuro aspetta, comunque, l’italobrasiliano, maturo per il salto definitivo e non solo per l’età. Peccato che sia di proprietà della Juventus e che la socie non possa pensare, almeno in questo momento, ad investire su di lui. Non è una novità, del resto, che a tirare l’attuale volata siano giocatori in prestito o a scadenza di contratto.