L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’attacco del Palermo.
Non si passa da eroe ad antieroe nel giro di una settimana, ma la prova di Catanzaro certifica un dato emerso già in diverse occasioni nelle ultime due stagioni: il Soleri che entra in corso d’opera è un giocatore, quello che scende in campo dal primo minuto un altro, più frettoloso, più impreciso, più prevedibile. Dopo la splendida doppietta al Modena (ovviamente dalla panchina) e la chiusura di tutti i discorsi di mercato intorno a lui, la squalifica di Brunori gli aveva dato al Ceravolo l’occasione per dimostrare a Corini di essere altrettanto efficace dall’inizio, ma così non è stato: nonostante la consueta generosità il numero 27, alla settima gara da titolare sotto la gestione Corini, ha fallito due comode palle gol nel primo quarto di gara (parata di Fulignati nel primo caso, tocco sottoporta finito alto nel secondo) e da quel momento si è progressivamente spento, lasciando il campo a un quarto d’ora dalla fine.
Contro il Bari il capitano rientrerà, ma la sensazione lasciata dal reparto offensivo di Corini è che a Catanzaro sarebbero servite come il pane tanto la sua presenza in area, nel duellare con i difensori e creare sponde per i compagni, quanto il suo cinismo sottoporta: sabato scorso il Palermo aveva vinto con Brunori in panchina, stavolta doveva dimostrare di saper essere totalmente indipendente da lui e non c’è riuscito nonostante si sia dimostrato superiore agli avversari per larghi tratti del match, cosa che all’andata non era avvenuta. Come Soleri ha confermato una vena non ottimale dall’inizio, così Mancuso ha proseguito un digiuno realizzativo che va avanti dal 23 ottobre (momentaneo 1-2 con lo Spezia, prima dell’apoteosi finale a firma Stulac): a ciò si uniscono un Di Francesco nuovamente sottotono, un Di Mariano che al netto del secondo assist stagionale continua a non tentare tiri in porta e un Insigne impiegato solo negli ultimi minuti.