Palermo-Ascoli, il doppio ex Iachini: «Rosanero destinati a tornare tra le stelle. Che colpi dal mercato, sabato faccio il tifo per loro»
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Ascoli-Palermo riportando un’intervista a Beppe Iachini.
Beppe Iachini lei ne era sicuro. Il Palermo sarebbe tornato in B. Perché? «I segnali erano inequivocabili: Baldini aveva svolto un ottimo lavoro, l’entusiasmo avrebbe trascinato la squadra, tutto pendeva dalla parte dei rosanero».
L’arrivo della galassia anglo-araba, una garanzia non solo di continuità ma anche di obiettivi prestigiosi?
«Il Palermo è destinato tornare tra le stelle. Il calcio è ormai privilegio delle grandi piazze e prerogativa di ragguardevoli investimenti. Il City Group ne accelererà i tempi».
Ascoli è la sua città. «Da piccolo sognavo di indossarne la maglia, sono stato uno dei primi a uscire dal settore giovanile e conservo un doppio orgoglio perché a 21 anni mi hanno dato la fascia capitano in A».
Partiamo dalle radici: papà, mamma. «Gente semplice. Franco, in pensione, era operaio all’Enel; Maria Teresa, che non c’è più, faceva la bidella. Sono grato ai miei genitori per gli insegnamenti ricevuti che ho cercato di trasmettere ai figli».
La sua infanzia. «Sono cresciuto nei cortili e nella parrocchia, scuole di vita che non esistono più. Diplomato in ragioneria, non ero né scienziato né scarso. Chiodo fisso diventare la bandiera dell’Ascoli. Ricordo il primo pallone con emozione. Me lo portò… Babbo Natale. Papà e mamma lo misero sotto l’albero, piansi».
Il sogno di un bambino con le scarpe rotte e i vestiti sporchi… «Questo quando non rompevamo i vetri della chiesa facendo arrabbiare don Gaetano. Ho fatto il chierichetto pur di garantirmi un posto. A nove anni, l’Ascoli mi prese. Quanti sacrifici. La mattina a scuola e dopo allenamento. Quando la sera tornavo a casa ero sfinito e dovevo alzarmi alle 5 del mattino per studiare».
Torniamo al Palermo, che idea ha delle dimissioni di Baldini? «Un fulmine a ciel sereno per un legame che sembrava indistruttibile dopo il trionfo nei play-off. Anche l’addio di Castagnini mi ha sorpreso. Non ho una risposta: la società forse aveva altre idee soprattutto sul mercato. Mi è dispiaciuto per Silvio perché amico e professionista bravo, serio e preparato».
Corini? «Ora, faccio il tifo per lui. Abbiamo un buon rapporto, consolidato nel tempo e nato tanti anni fa quando io ero il “cagnaccio” della Fiorentina e lui il fenomeno nascente della Juve. Gli faccio un in bocca al lupo perché so quanto tiene a Palermo una piazza alla quale anch’io resterò per sempre legato. Penso sia l’uomo giusto. Ha cominciato alla grande, è amato e sicuramente questa magia continuerà».
E Bucchi, tecnico dell’Ascoli? «Gli auguro le migliori fortune. Ha fatto bene fino ad ora e spero possa continuare».
Ma lei per chi tiferà? «Le rispondo con schiettezza. Un bambino vive come in una favola. Poi si cresce e diventano importanti i colori ai quali ci si sente legati per amicizie e ricordi indelebili. Simpatizzo soprattutto per loro. Come non avere Palermo nel cuore? Ad Ascoli, torno spettatore e tifoso come lo ero da piccolo».
Com’è questa B? «Tosta e imprevedibile. Sono cresciute le pretendenti alla promozione, insidie in ogni partita. Fra un paio di mesi si potrà capire qualcosa, solo indizi perché tra play-off e play-out non c’è molta differenza».
La campagna acquisti rosanero? «Eugenio ha aggiunto elementi che faranno la differenza. Qualcosa doveva cambiare per aumentare il tasso di esperienza».
Tra Palermo e Ascoli c’è di mezzo Saric. Come finirà? «Non è facile privarsi di uno come lui e sicuramente i dirigenti vogliono ottenere il massimo dalla cessione per sostituirlo adeguatamente».
Corini può puntare alla A? «Ci andrei piano. Prima meglio consolidare le basi lasciandosi trascinare dal calore degli ultimi avvenimenti. Non si può caricare il gruppo di responsabilità. La B, del resto, lascia speranze a tutti. Il Palermo ha dalla sua la forza dell’ambiente».
Le squadre da battere? «Intanto Cagliari, Genoa e Venezia, retrocesse da poco.Poi, Parma, Frosinone, Bari oltre alle inevitabili sorprese».
Brunori si ripeterà in B? «Ha qualità e caratteristiche per poterlo fare».
Di Mariano non è solo il nipote di Schillaci. «Corini ha scelto bene. Quella rosa èuna maglia pesante e ci vuole personalità perché il pubblico pretende. Da palermitano e con questi tifosi per lui il campo sarà in discesa».
Anche Segre si presenta con un bel biglietto da visita. «Una mezzala che non deluderà, abituata a più ruoli: un centrocampista moderno».