L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul contenzioso tra Mirri e Di Piazza.
La partita sul futuro societario del Palermo si sdoppia. Da un lato, a Catania, si «gioca» quella sulla richiesta di sequestro dei beni di Hera Hora, ovvero la controllante del club rosanero, con la seconda udienza in programma nella giornata di oggi.
Dall’altro, a Palermo, la stessa Hera Hora ha ottenuto dal tribunale la nomina di un perito per stabilire il valore delle quote e di conseguenza avere una stima terza sulla somma da riconoscere a Di Piazza. Due binari diversi, ma che partono dallo stesso punto: la liquidazione attesa da Italplaza Llc, società facente riferimento all’immobiliarista italo-americano, che della holding proprietaria del Palermo deteneva il 40%, prima di optare per il recesso.
A dicembre, essendo passati sei mesi dalla sua uscita definitiva, avrà diritto al rimborso della propria quota. Lo studio Guatri, al quale Di Piazza si è affidato per il procedimento avviato presso il Tribunale di Catania, ha indicato in 11,9 milioni la valutazione delle quote detenute dall’imprenditore originario di San Giuseppe Jato, basandosi anche sulle stime effettuate da Pricewaterhouse Coopers per conto della società. Mirri, invece, si è affidato all’analisi operata dal professor Claudio Sottoriva, nella cui perizia l’importo massimo del rimborso da riconoscere all’ex socio raggiungerebbe i 71.500 euro.
Mentre a Catania si discuterà sulla richiesta di sequestro dei beni di Hera Hora, proprietaria del 99% del club rosanero, a Palermo si è deciso di affidare la valutazione delle quote ad un terzo perito. La società si è rivolta in sede di volontaria giurisdizione al presidente del tribunale palermitano, Caterina Ajello, la quale a sua volta ha nominato la commercialista milanese Chiaruttini per fornire una stima super partes del valore della stessa Hera Hora. Un ulteriore risvolto di una vicenda che, di fatto, vede Mirri e Di Piazza in contrasto sin dai primi giorni di vita della società.