L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su Pigliacelli, il para tutto del Palermo.
Ho alzato un muro contro il Genoa ma anche contro le critiche che gli stavano Iniziando a piovere addosso. Perché dopo Matteo Brunori l’altro eroe della serata è stato Marko Pigliacelli. Sugli scudi insieme al bomber rosanero in una prestazione e collettiva che ha portato il Palermo al riscatto. Una riposta concreta contro una diretta pretendente alla promozione in Serle A. Non poteva esserci vetrina migliore per l’estremo difensore dopo quattro anni vissuti in Bulgaria all’Universitatea di Craiova.
Una scelta un po’ particolare ma a seguito della seconda retrocessione consecutiva con la Pro Vercelli dopo quella vissuta con il Trapani. Pigliacelli in estate, ha risposto alla chiamata del direttore sportivo Castagnini anche perché il Palermo costituiva una via di rientro in Italia prestigiosa. Una rivincita da giocarsi In un contesto finalmente competitivo nel quale quando c’è il portiere si esalta. Basti pensare alla promozione in Serle A con II Frosinone del 2015. Nel processo di consolidamento avviato da Corini col passaggio al 4-3-3.
Cridthe? Me le prendo… Piagliacelli ci ha messo del suo, magari togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa che iniziava a far male. «Sinceramente sono uno maniacale mi rivedo tutti gli episodi e le fasi delle partite ha spiegato nel dopo gara con il Genoa il portiere. E le critiche? Ho sentito qualcosa ma non ci perdo tempo, assolutamente. Se può servire a togliere pressioni alla squadra me le prendo lo senza problemi».