“Palermo al microscopio”: la banda Tedino risorge e prepara il rush finale
Il Palermo rialza la testa. La squadra guidata da Bruno Tedino si rende finalmente protagonista di una reazione d’orgoglio contro il Frosinone, portandosi a -3 dai ciociari e a -4 dall’Empoli con ancora la gara col Parma da recuperare. Una gran partita quella giocata dai rosanero, che mostrano finalmente pragmatismo, carattere e sprazzi di gioco in un Renzo Barbera tornato a riempirsi per l’occasione.
Più di 15.000 i tifosi presenti allo stadio, con il gol di Gnahoré che sa di vera e propria liberazione per una squadra che aveva ormai smarrito la propria via. Chiaro, i limiti endemici dell’organico restano, tra un centrocampo privo di fosforo e costretto ad accogliere Coronado in mediana per vantare un minimo di geometrie ed un attacco che troppo spesso spara a salve. Certo è però che la linea di mezzo del Palermo può comunque vantare una individualità importante quale è proprio Eddy Gnahoré, troppo spesso messo in discussione ed indispensabile per quel lavoro di raccordo ed elastico che svolge da mezzala, un po’ come fece Antonio Nocerino nel Milan del 2011/2012. Ed in tal senso va interpretato il lavoro del reparto avanzato di Tedino, che si muove nell’ottica di un allentamento delle maglie difensive avversarie.
Campionato riaperto o quasi dunque, con il Palermo che a questo punto si giocherà gran parte della sua stagione il 2 aprile prossimo, nel recupero del Tardini di Parma. Nel frattempo però l’ambiente registra le – giustissime – rimostranze del patron Maurizio Zamparini, che lamenta l’ennesimo svilimento dell’organico a causa degli impegni amichevoli delle nazionali che si terranno a fine marzo. Una colpa però da dividere a metà con se stesso, vista la consapevole scelta di voler confermare così tanti calciatori internazionali in organico.
Continua, nel frattempo, la battaglia in Tribunale: mentre la valutazione dei CTU viene contrastata dai PM, che si sarebbero affidati a Transfermarkt superando di 16 milioni di euro la valutazione del gruppo Wallabies e di oltre 39 quella del consulente dell’accusa, continuano a sorgere criticità (come riferito da Livesicilia.it) per gli introiti che dovrebbero rientrare da Alyssa, società lussemburghese – la quale rilevò a sua volta Mepal, che dei rosa deteneva i diritti sul marchio – che vanta un debito con il club siculo che ammonta a 28 milioni di euro. Per i magistrati, infatti, Alyssa non disporrebbe delle risorse necessarie per estinguere l’obbligo economico.