L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sui precedenti tra Cosenza e Palermo.
Vent’anni esatti dall’ultima vittoria, tanto basta per definire Cosenza un campo ostico per il Palermo. Se poi si pensa che quel successo è stato l’unico dei rosanero al San Vito, che all’epoca non portava ancora il nome dello sfortunato Marulla al suo fianco, allora il tabu è servito. Vent’anni esatti, perché quella vittoria arrivata nel 2002, in una sera di novembre. II 5 novembre, per la precisione, in una trasferta notturna che avrebbe dovuto aprire in realtà il campionato di Serie B di quella stagione.
II primo turno, invece, venne posticipato di qualche mese. Dal derby del sud del 30 agosto si passò al viaggio in Sila con temperature decisamente meno miti, tutta colpa di quei diritti tv che la Lega non riuscì a cedere in tempo. Un braccio di Ferro con le emittenti che costrinse allo spostamento delle prime due giornate e le squadre dovettero riprogrammare l’inizio del campionato. Chissà come sarebbe finita se si fosse giocata in estate, di certo a novembre si sa che fini 2-1 con reti di Morrone (cosentino doc) e Maniero per i rosanero. Il gol della bandiera, per il Cosenza, arrivò nel finale con una punizione a due in area. Sicignano raccolse un retropassaggio con le mani e per i calabresi ci pensò Edusei a trasformare da posizione ravvicinata. Quanta bastava per far riaffiorare vecchi fantasmi, ma in quel caso il Palermo usci vincitore. Per la prima e unica volta nel la sua storia.
L’incontro più recente in Calabria nel 2019 è terminato in parità, con Sciaudone chiamato a replicare all’iniziale vantaggio rosanero siglato da Nestorovski. Un gol con dedica, quello del macedone, dato che pochi giorni prima l’ambiente era stato scosso dal gravissimo infortunio al ginocchio di Chochev, dal quale di fatto non si è mai ripreso del tutto (pur tomando a giocare in patria e in nazionale). Lo stesso Nestorovski, nel finale, si fece ammonire per la seconda volta, lasciando i suoi in dieci. Un pareggio che contribuì al rallentamento per la squadra allenata all’epoca da Stellone, in corsa per una promozione in Serie A mai raggiunta, con l’epilogo della radiazione targata Tuttolomondo.