Palermo a Manchester, Soleri: «Roma? Spero di arrivare in Serie A. Società abituata ad altri livelli, squadra ambiziosa»
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo a Manchester e riporta alcune parole di Soleri.
Lei è il poliglotta della squadra. Supponiamo che all’estero i compagni le rompano le scatole usandola come interprete.
«Ho cominciato a giocare in Brasile. A vent’anni ero in Spagna, a ventuno in Portogallo. Parlo spagnolo e portoghese meglio dell’inglese, ma sì, me la cavo. Ne so un po’ più degli altri. Spagnolo, portoghese, inglese e italiano. Con accento romano. Quello è difficile toglierselo».
Com’è imparare il calcio in Brasile? «I più lo imparano in strad a . Anche tanti giocatori affermati partono dalla miseria e arrivano altrove con la forza del gioco. Io no. Mio padre lavorava in giro per il mondo e ho avuto la fortuna di potermi permettere una scuola. Il Jockey Club a San Paolo. Ero piccolo, ricordo poco, ma l’amore intenso per il calcio che si respirava dovunque mi è rimasto dentro».
Con la Roma ha debuttato anche in Champions League. A un certo punto era il centravanti giallorosso designato per il futuro.
«Lo so. Poi le scelte sbagliate hanno interrotto il percorso. Lo sto riprendendo ora . Spero di arrivare in Serie A con il Palermo. Società abituata ad altri livelli, squadra ambiziosa. Ricomincio da un posto di alto profilo».
Scelte sbagliate da parte di chi? «Non fa niente. Probabilmente sono andato all’estero troppo giovane, di prestito in prestito. Da molti punti di vista sono cresciuto. D’altra parte il nostro calcio mi ha perso di vista. È andata così. Sono felice di avere ritrovato spazio in Italia e di essere di nuovo in pista».