L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul Palermo a Manchester e riporta alcune parole di Soleri.
Lei che ne ha viste tante, dov’è che il calcio italiano sbaglia? «Gli altri puntano su due fattori: i giovani e le strutture. Da noi cominciamo a dare spazio ai giovani, ma per quanto riguarda stadi e impianti per l’allenamento siamo indietro. Poi ci manca intensità e fisicità, ma anche da quel punto di vista ci stiamo adeguando. Qualche anno e torneremo ad avere una grande Nazionale e un grande campionato».
Nei suoi giri, dov’è che si è divertito di più? «A Palermo. Anche se da ogni esperienza porti via qualcosa. Però i play off della Serie C restano qualcosa che ti marchia con il fuoco dell’emozione».
Che cosa si è regalato dopo quel successo? «Un viaggio alle Canarie con un compagno di squadra. Escursioni, surf, immersioni, cose di questo genere. Il surf l’ho mollato quasi subito, non faceva per me».
Sarà retorico dirlo, ma si sta allenando sui campi di Haaland. «Perché retorico? Ci penso eccome. Ci pensiamo tutti. Per me Haaland è un punto di riferimento di quest’epoca. Se pensi che qui si allena il Manchester City di Guardiola la voglia di lavorare aumenta, non sono storie. Se non si sogna, se non ci si confronta con le società top buonanotte».
Ha qualcosa da dire a Totti, ora che lui è tornato in prima pagina? «Solo che è stato uno dei più grandi della storia del calcio italiano e che per me è stato un orgoglio condividere il campo con lui. Il resto non m’interessa».
A Palermo ha trovato il suo ambiente ideale? «Una città splendida, caotica come Roma, con il mare e piena di gente sorridente. Non saprei che cosa chiedere di più».
Manca la Serie A. «La B è un campionato difficile, imprevedibile. Ma siamo già riusciti lo scorso anno a fare qualcosa che nessuno riteneva alla nostra portata».
E lei? «Io cerco di crescere giorno dopo giorno. La giovinezza è dalla mia parte».