Si lavora ancora in queste ore alle coperture del decreto Rilancio. E’ quanto emerge mentre è in corso – iniziata attorno alle 12 – la riunione del preconsiglio che serve a preparare il Cdm per il varo del testo. All’appello mancherebbero infatti, a quanto confermano diverse fonti, sia i fondi per la piena copertura della cassa integrazione del decreto Cura Italia, sia risorse per misure come gli incentivi al personale sanitario. In mattinata una nota di Palazzo Chigi spiegava che “il presidente Conte, i ministri e le forze di maggioranza stanno lavorando senza sosta, confrontandosi costruttivamente e nel segno dello spirito di squadra, con un solo obiettivo: dare nelle prossime ore il via libera a una solida rete di sostegni, aiuti e investimenti a protezione di cittadini, famiglie e imprese alle prese con una crisi senza precedenti”.
Spunta l’ipotesi di una vendita di immobili pubblici per contribuire al risanamento dei conti pubblici italiani e si starebbe lavorando per mettere a punto la norma da inserire nel decreto Rilancio. In particolare l’ipotesi prevedrebbe “un consistente programma di dismissioni immobiliari” fino al 2021. I beni potrebbero essere sia quelli direttamente in possesso dello Stato, sia quelle degli enti pubblici. Come riporta ANSA, non risulta intanto ancora convocato il Consiglio dei ministri per il varo della maxi manovra da 55 miliardi, che ieri si ipotizzava per questo pomeriggio: i tempi dipenderanno anche dall’andamento dei lavori del pre-Cdm.
“Il governo ci ascolti, potrebbe saltare l’erogazione di servizi essenziali. Non vorremmo ritrovarci a gestire “pericolosi assembramenti” di rifiuti lungo le strade delle nostre città”. Lo scrivono in una lettera diretta al presidente del Consiglio Conte, il presidente dell’Anci, il delegato alla finanza locale, i sindaci delle città metropolitane e tutti i presidenti delle Anci regionali, in rappresentanza dell’intera categoria dei sindaci italiani.