Pagana è sicuro: «In Serie A si riprenderà per non perdere soldi, in Serie D non si ripartirà»
«Mi manca la settimana con i ragazzi, lo spogliatoio e l’adrenalina delle partite, emozioni che non si possono spiegare. Il prossimo anno ci saranno tanti cambiamenti, bisogna prendere la palla al balzo per provare a riformare e azzerare i debiti delle società. Tantissimi club in queste categorie non pagano da dieci anni…Ci sono ragazzi che prendono 300/400 euro al mese, è facile adesso per i presidenti farsi la faccia bella parlando di sospendere tutto. In Serie A si riprenderà per non perdere soldi, in D non si riprenderà per far guadagnare soldi alle società che risparmiano su 3/4 stipendi. Sarei il primo a rinunciare alle mensilità se mi garantissero che da settembre vengano fatte le cose per bene, ma dubito che cambi qualcosa a settembre.Per me esiste un’idea di calcio, più tieni la palla tu, più fai correre gli avversari e fatichi di meno, non è questione di bel calcio. In passato ho avuto Pasquale Marino, Gaetano Auteri come allenatori e mi è piaciuta questa filosofia, poi sono i risultati che ti danno ragione. La squadra della mia città, ho dato 15 anni della mia vita al club: quando ho cominciato ad allenare, la società era ad un passo dal fallimento in Promozione e siamo arrivati ad un passo dalla Serie C, solo a pensarlo sembra da pazzi. Rimarrà un’esperienza strepitosa della mia vita. Il campionato l’abbiamo vinto, abbiamo fatto gli stessi punti di una Vibonese che nel girone non ci doveva essere, abbiamo perso lo spareggio ai rigori e al 117′ ci hanno annullato un gol regolarissimo, siamo andati oltre ad ogni limite, rimarrà nella storia. La prima volta nei pro come allenatore e mi ha fatto capire tante cose per il futuro. Errori ne ho fatti, li ho ammessi a differenza di altri che non li ammetteranno mai. Affrontare il Siracusa? Non ho senso di rivalsa o rivincita, per me è stata un’esperienza di vita umana e ho capito che nel mondo lavorativo devi sempre guardarti attorno perché non è tutto oro quello che luccica. Sto rivivendo in parte quello che ho vissuto a Troina, sono stato accolto benissimo e ho avuto modo di dimostrare quello che valgo come allenatore e persona. Mi dispiace solo per i problemi extra calcistici che hanno penalizzato la nostra classifica ma il lavoro nostro è stato apprezzato e mi viene voglia di dare ancora di più per questa piazza.Sicuramente mi farebbe piacere, in tanti dicono che sarebbe bello vincere sul campo e sicuramente è vero, però, ritrovarsi in Serie C, male non sarebbe. Come blasone in Sicilia, forse Acireale è dietro a Palermo e Catania, ma come passione non è secondo a nessuno, la gente qui vive di calcio e venderebbe l’anima per la maglia.Fortunatamente ho tanti miei ex compagni e dirigenti che lavorano tra Serie B e C, il mio modo di far giocare le squadre e gestire lo spogliatoio è apprezzato, ogni tanto qualche telefonata la ricevo…ma tra quello e dire altro, ce ne vuole. Io mi trovo bene ad Acireale e il mio grande obiettivo è riportare questo club nelle categorie che merita. Per chi fa questo lavoro, una piazza come Acirele dà tanto, la società lo sa, con le ambizioni giuste, da qui non mi muovo. C’è sintonia tra di noi, lui è un grandissimo conoscitore di calcio, vede 24 ore su 24 partite di Primavera, conosce la categoria e secondo me lavorerà ad alti livelli. È più malato di calcio di me (ride ndr)». Queste le parole dell’allenatore dell’Acireale, Giuseppe Pagana, rilasciate ai microfoni di “Goal Sicilia” in merito all’emergenza Coronavirus e al campionato di Serie D.