L’edizione odierna de “”Il Mattino” si sofferma sul Padova sconfitto a Palermo e la disperazione dei tifosi veneti.
C’è la storia di un tifoso che non ha un nome, che si è persa nella notte caotica di Palermo ma è rimasta impressa a chi l’ha ascoltata. Forse non è l’unica storia del genere ma sicuramente rappresenta bene lo stato d’animo dei sostenitori biancoscudati dopo lo schiaffo violentissimo subito allo stadio Barbera. Il tifoso che non ha un nome è un giovane padre di famiglia, di quella generazione per cui il Padova in Serie A è un flebile ricordo di bambino.
È a bordo della navetta che sta portando i tifosi verso l’aeroporto, ha appena ricevuto la chiamata della moglie, rimasta sola a casa con un bambino piccolo che piange e ha la febbre alta. «E io sono qui e ho appena speso buona parte del mio stipendio per vedere una squadra che mette in campo una prestazione del genere nella partita più importante dell’anno». Il ragazzo si sfoga e ad ascoltarlo c’è Gianfranco Borsatti, presidente dell’Acb, che poco dopo non rivedrà più quel tifoso, ma che di lamentele simili ne ha ascoltate altre. Anche se questa è quella che l’ha più colpito. Per molti dei fedelissimi che hanno raggiunto lo scorso weekend la Sicilia, quella trasferta ha rappresentato un grande sacrificio economico. Probabilmente l’unico viaggio che si sono potuti permettere quest’estate. Basta fare due conti per capire che l’intero pacchetto è costato all’incirca 500 euro a testa. Minimo. Perché di voli low cost non ce n’erano proprio, perché farla in giornata era impossibile e quindi bisognava anche mangiare, alloggiare, spostarsi da un aeroporto che dista 25 chilometri dal centro della città. Vero che nessuno li ha obbligati, verissimo che meritavano almeno una prestazione degna al contrario di quella che hanno messo in campo i giocatori del Padova.
Per questo, senza alimentare tensioni ma per provare quantomeno a non disperdere tutto l’entusiasmo che si era creato in questi playoff, la tifoseria organizzata sta pensando di proporre al Padova un’iniziati Barbera. Un gesto che può essere preso ad esempio è quello della Roma, che una volta raggiunta la finale di Conference League, ha regalato il biglietto per la partita di Tirana ai 166 tifosi che erano presenti in Norvegia all’inizio della stagione, quando la formazione di Mourinho subì una batosta epica, perdendo 6-1 contro il Bodo. «Basta anche solo un gesto, ma di valore», il pensiero di Gianfranco Borsatti. «Si potrebbe ad esempio permettere ai 506 tifosi presenti a Palermo (la maggior parte dei quali sicuramente si abbonerà ancora) di regalare o prendere a prezzo scontato l’abbonamento per un’altra persona. Sarebbe un modo anche per riavvicinarsi alla città, nuovamente scottata da questo amaro epilogo di stagione».