Santi Cazorla, centrocampista dell’Arsenal, ha parlato del calvario che sta vivendo dopo l’infortunio alla caviglia: «In Inghilterra, dopo un’operazione, il medico mi disse che se fossi riuscito a tornare a camminare in giardino con mio figlio avrei già potuto ritenermi soddisfatto – ha affermato lo spagnolo ai microfoni di “Marca” -. Giocavo con molto dolore, nemmeno riuscivo a piangere. Continuando a giocare, le ferite si aprivano praticamente sempre. Non si cicatrizzavano e si infettavano. Un incubo. Non ho perso, però il buonumore. E lì ho capito chi contava veramente nella mia vita. Ho ricevuto tanti messaggi, Iniesta, Silva e Villa mi scrivevano ogni giorno». Tutto ebbe inizio 4 anni fa, poi l’intervento nel 2015 per la rottura del legamento esterno del ginocchio destro. Da lì in poi otto operazioni ed a maggio un’infezione con il rischio di amputazione del piede: «Una gravissima operazione mi aveva praticamente ‘mangiato’ 8 cm del tendine d’Achille».