Se è davvero finita la storia del Catania, i giocatori hanno chiuso con un orgoglio che, allo stadio Massimino, ha generato rimpianti e commozione. E anche una rabbia per il modo in cui 75 anni da storia sono arrivati al capolinea. Il 3-1 al Monterosi è una festa senza sorrisi, ma con tanti gol, anche belli, come la punizione perfetta di Russini, come gli inserimenti di Biondi e Russotto.
In curva nord gli applausi dei tifosi hanno commosso l’intero stadio, all’inizio quando è stato commemorato il presidente storico Angelo Massimino, moro 26 anni fa e citato dagli striscioni delle due curve. Ma soprattutto alla fine, quando i calciatori, come sono soliti fare anche quando non vincono, si sono recati sotto il settore della Nord per godersi applausi e ovazioni. Lo stesso Baldini, commosso come gli altri, è stato chiamato a gran voce dal pubblico e ha risposto applaudendo lo stadio.
«Ci alleniamo su fondi disastrosi perché nessuno li cura, i giocatori devono ricevere non so quante mensilità ma nessuno si lamenta e tutti lavorano in maniera eccellente – ha detto Baldini in conferenza stampa – Gli allenatori e gli staff medici e preparatori sono straordinari. A un certo punto ho schierato Flavio Russo, un 2004 che ha un futuro. Mancano nove gare alla fine della stagione, sono amareggiato perché se fosse davvero l’ultima sfida sarebbe assurdo. Siamo soli. Noi e il direttore Pellegrino. Nessuno ci spiega chi ci deve pagare, nessuno ci spiega perché c’è gente che va sui giornali eppure non interviene in favore del Catania». Baldini è una furia: «Così non si può andare avanti, eppure noi andiamo in campo e vorremmo farlo fino alla fine nonostante i problemi che non sono stati mai risolti. Vediamo in che modo ci diranno tra qualche giorno che dobbiamo smettere di giocare»