Ora il Palermo non piace più. Neppure a chi l’ha costruito

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Palermo che sembra non piacere più a nessuno.

Ora il Palermo non piace più. Neppure a chi l’ha costruito, a cominciare da Filippi che lancia l’allarme e apre al mercato di gennaio. Dopo il crollo nel derby, ecco la dimostrazione di inadeguatezza contro un Bari dal tasso tecnico superiore. E si torna sempre lì. Alla difficoltà di decifrare un rendimento discontinuo e una serie deludente di quattro partite, malgrado la vittoria stentata contro il Monopoli, due delle quali giocate in superiorità numerica. La squadra che aveva fatto sognare un clamoroso aggancio al vertice non esiste più: carattere fragile, troppi errori nella concezione della manovra, l’incapacità di incidere al momento opportuno.

«Per recuperare punti al Bari bisogna rivedere qualcosa nella rosa altrimenti sarebbe come prendersi in giro», è il messaggio di Filippi. Un’aperta denuncia che esce dai confini della solita diplomazia e sfocia in una dichiarazione di impotenza e di urgente necessità, quella di rinforzare l’organico. Il Palermo ha perso il secondo posto e la possibilità di ricucire il distacco con i campioni d’inverno si fa sempre più remota. Il problema, tra l’altro, ormai non è più quello di puntare al primato quanto di lottare per una piazza che consenta l’ingresso diretto ai play off nazionali. Filippi e i suoi escono ridimensionati dal pareggio. Ma, di fatto, non è la prima volta che negli appuntamenti fondamentali, l’allenatore non riesce a trasmettere lo spirito giusto. Cedimento comunque impensabile appena un mese fa. Nelle ultime quattro gare il Palermo si è letteralmente incartato: quattro punti sui dodici disponibili; solo due gol segnati, quelli contro il Monopoli, nelle altre tre a secco; il Bari è nuovamente in fuga e questa sembra quella buona. La matematica sarà un’opinione ma è anche il modo più facile per capire il mondo. Quella che sembrava un’operazione a portata di mano, si è trasformata in un’illusione.

Occhio al mercato, dunque, per eliminare difetti che erano stati indentificati, e ignorati, fin dalle prime giornate, e per riportare serenità, fiducia e punti. Il reparto messo più a nudo e sul quale bisognerà intervenire è il centrocampo, Contati i giocatori di ruolo e nessuno con qualità di organizzare la manovra in maniera da darle un senso compiuto. De Rose e Odjer recuperano un mucchio di palloni, Luperini e Dall’Oglio ( poi non ce ne sono altri e se giochi a tre sono necessari almeno sei elementi a disposizione) portano un contributo di fisicità ma inventano poco e tra l’altro non hanno ancora trovato il gol. La classifica si è complicata. I rosa hanno ceduto la seconda piazza al Monopoli ( e al ritorno si giocherà in trasferta), resta a pari punti con la Turris e con il fiato di Catanzaro e Avellino, fermate in casa, alle spalle, mentre si fa sotto la Virtus Francavilla: sei squadre in quattro punti, a testimonianza di quanto equilibrato, dunque pieno d’insidie, sia il girone. Anche il Latina, domani prossimo avversario, è nella scia degli spareggi con la voglia di stupire dopo il rocambolesco 3-3 contro il Monterosi. E il Palermo lontano dal suo stadio ha realizzato solo otto reti, cinque contro Andria e Vibonese e tre nelle rimanenti sette. L’appuntamento ha qualcosa di storico. Sembra una partita come tante e invece proprio a Latina i rosa hanno lasciato grandi ricordi e ritrovano un Di Donato più gasato che mai.

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Redazione Ilovepalermocalcio