L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla presenza di no-vax anche tra i medici in campo della serie A.
Il nuovo protocollo Figc dà indicazioni severe e precise su come limitare e gestire i contagi da coronavirus, ma quanto è accaduto allo Spezia preoccupa. L’ombra dei no-vax del pallone si fa sempre più ingombrante e non è affatto semplice trovare una soluzione. Al momento la situazione in Serie A è piuttosto buona, ha già ricevuto almeno una dose circa il 90% dei componenti dei gruppi squadra, ma mediamente esistono 2-3 elementi per club ancora non vaccinati. Molti si apprestano a farlo, ci sono però alcuni giocatori che non hanno aderito ai primi inviti delle società. La speranza è di convincere tutti prima della partenza del campionato, tra un mese esatto.
La Figc ha sollecitato le Leghe e l’Aic a sensibilizzare i propri tesserati e definito un nuovo protocollo anti Covid che prevede test in abbondanza per individuare presto qualsiasi contagio. La linea del buon senso è quella auspicata anche dalla Lega Serie A. Il presidente Dal Pino è sempre stato favorevole ai vaccini, ma per la gestione del percorso è stata lasciata autonomia ai club.
Il quotidiano inoltre, riporta le parole di Gianni Nanni, responsabile sanitario del Bologna: «Come medici dei club abbiamo organizzato diversi incontri per spiegare ai giocatori l’importanza dei vaccini per loro stessi, per gli altri e pure per il sistema calcio. È ovvio che dal punto di vista legale non si può obbligare nessuno, ma bisogna fare in modo che chi sceglie di non vaccinarsi ne risponda dal punto di vista morale e anche economico. Che paghino loro le terapie e i medici e rimborsino i club che per la loro scelta sono stati danneggiati! Io sono drastico: siamo di fronte a una pandemia, non un’influenzetta, servono regole speciali ed è ora di tirarle fuori».