«Questo omicidio mi spezza, una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), l’altra è contenta… sì. E’ felice di avere dato 60 coltellate, poi c’è un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage, come se fosse stata una partita di Gta. Se fossi all’esterno il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato. Certe volte sento di essere un vero e proprio mostro e la cosa peggiore è che sento che ad una parte di me piace questa idea.
Ho ucciso Daniele ed Eleonora perché volevo vendicarmi: perché la mia vita doveva essere così triste e quella degli altri così allegra? E la cosa peggiore è che sento che se fossi all’esterno il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato, sarei scoppiato a piangere, mi sarei arrabbiato, avrei fantasticato su come uccidere qualcuno e poi sarei andato all’Eurospin a comprare patatine e schifezze varie. E’ facile per me uccidere, magari non lo è stato da un punto di vista logistico, ma da un punto di vista emotivo è facile». Queste le parole di Antonio Di Marco, omicida responsabile di aver ucciso l’ex arbitro De Santis ed Eleonora Manta, rilasciate davanti la Corte D’Assise.