“Un paio di comparsate ma con una logica, mettiamola così. Nel senso che Rubens Fernando Moedim, in arte Rubinho, non ha lasciato nulla al caso. Nome che è tutto un programma – da buon brasiliano – così come la sua storia juventina fatta più di scudetti vinti che di partite. Possibile? Eccome, se sei il terzo portiere e capiti nell’era di un mostro sacro qual è Buffon. La curiosità è strettamente legata al calendario. Rubinho ha messo piede in campo, per una passerella, a tricolore ampiamente conquistato e nella stessa data del 2013 e del 2014: il 18 maggio”.
51 MINUTI TOTALI. “Una sconfitta prima, un roboante tris della Juventus nella seconda occasione: il portiere ha un bilancio in equilibrio. Ma, soprattutto, si ritrova il conto corrente rimpolpato da circa 1,2 milioni dopo i suoi quattro anni alla corte bianconera. Mica male, tutto sommato. Dal suo arrivo – agosto 2012 – nella squadra di Conte, Rubinho ha dovuto aspettare quasi tutto il campionato per giocare. Con lo scudetto, secondo di fila, cucito sul petto da una decina di giorni, la Juve era di scena a Marassi davanti alla Sampdoria (18 maggio 2013). La missione di vendicare il bruciante rovescio dell’andata fallì: si scatenò Mauro Icardi, già determinante a Torino un girone prima. Tuttavia Rubinho c’entrò poco, rilevando Storari a dieci minuti dalla fine quando la Samp ha ultimato la propria sequenza di gol (tre). Molto più festoso è stato il contesto dell’anno successivo: allo Stadium c’era solo voglia di festeggiare, una Coppa attendeva la Juventus per essere sollevata al cielo e Buffon cedette il testimone al collega brasiliano al decimo della ripresa. Il totale fa cinquantuno minuti di presenza, per il portiere, in quattro anni di Juve”.
SQUALIFICATO SENZA GIOCARE. “Altro dato singolare: Rubinho è riuscito a saltare due partite per squalifica, nell’ultima stagione, senza aver mai messo piede in campo. Alla seconda giornata dello scorso campionato, nel concitato finale di un Roma-Juventus, si è fatto espellere dalla panchina per proteste. E il giudice sportivo lo ha fermato per due turni”.
PRESO SVINCOLATO. “Se Rubinho non ha fatto parte dei «magnifici otto», come da definizione della Juve – per i giocatori sempre in organico durante l’epopea dei cinque scudetti di fila – è solo per pochi mesi. A fine agosto del 2012, coi bianconeri che avevano da poco assaporato il ritorno al tricolore, il portiere firmò dopo nove mesi di inattività (col Palermo era arrivata la rescissione del contratto e il ritorno in Brasile) avendo davanti a sé Storari. Che si è preso le briciole lasciate da Buffon nelle partite di Coppa Italia. Mentre Rubinho rinnovava anno per anno, rimanendo fedele al proprio ruolo da comprimario. La società lo saluta parlando di «compattezza e insegnamenti trasmessi ai compagni più giovani». Adesso il brasiliano uscirà di scena in punta di piedi, come è stato tutto il suo percorso alla Juve”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.