L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla gara di oggi tra Palermo e Pisa.
Corini che ha mostrato ai suoi giocatori un documentario di Kobe Bryant per creare una mentalità vincente. Corini che deciderà solo dopo la rifinitura la formazione che scenderà in campo oggi pomeriggio, alle 14, al “Barbera” contro il Pisa. Corini che a un certo punto, come per catalizzare su di sé la grande pressione che in campo avvertiranno i giocatori, ha perso la sua proverbiale calma olimpica e ha sbottato: «Bisogna essere realisti: questa squadra deve salvarsi e sono sicuro che ci riuscirà, ma dipende da noi – ha detto nel alla vigilia della gara – Io non devo dare giustificazioni e mi prendo le critiche che fanno parte del mestiere: non posso promettere ai tifosi che domani vinceremo la partita, ma non posso accettare gli ultimi 25 minuti contro la Ternana da cui non mi sento rappresentato: dobbiamo fare un grande gara e lottare per invertire l’inerzia del campionato e conquistare i nostri obiettivi».
C’è elettricità nell’aria di viale del Fante e di Boccadifalco, in vista di una partita che giocoforza diventa un appuntamento che il Palermo non può sbagliare. Si è visto in settimana al Tenente Onorato, dove è venuto uno dei generali del City Group, Diego Gigliani, per tirare la volata ai rosanero. Si è percepito negli sguardi assorti di molti giocatori e ieri nelle parole del tecnico al quale è stata confermata tutta la fiducia. È andato a cena con gli uomini del City per trovare le soluzioni e, a colloquio con la squadra, ha mostrato ai giocatori il salto di mentalità di un campione come Kobe Bryant: «Questo cambio di atteggiamento è quello che mi aspetto da loro. Io li spingo anche ad andare sotto stress, perché voglio capire chi lo regge, chi reagisce – ha detto il tecnico – A 28 anni è successo qualcosa di simile anche a me: ero bravo tecnicamente, ma è scattato dentro qualcosa e la mia carriera è cambiata».
Come non leggere in questa riflessione, un messaggio paterno per alcuni giocatori di indiscussa qualità che sinora non hanno fatto il salto: come Leo Stulac, che ha proprio 28 anni, o Di Mariano, Saric e altri nuovi. In campo è certo che si vedranno delle novità rispetto alla formazione tipo mai decollata. La base resta il 4-3-3, ma non è un dogma e si può cambiare a gara in corso: «In allenamento abbiamo lavorato su come pressare e diventare più veloci ed efficaci negli ultimi 25 metri», ha detto Corini. Eppure, è molto probabile che cambieranno degli interpreti. In difesa dovrebbe toccare a Bettella in coppia con Nedelcearu e al posto di Marconi. E a centrocampo potrebbe cambiare tutto, o quasi: Broh al posto di Saric e Damiani in regia, in vantaggio su Stulac, con Segre a completare il terzetto. Mentre in attacco dovrebbe essere confermato il tridente con Elia e Di Mariano esterni e Brunori al centro.