L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’enigma delle fasce in casa Palermo.
Il Palermo cerca da anni soluzioni davvero convincenti per le corsie laterali. Il previsto rientro di Marco Sala, fermato due volte da fastidi muscolari dopo un buon avvio di stagione, è l’ennesima speranza di trovare in quel ruolo giocatori che offrano un contributo costante ed affidabile. La storia delle fasce rosanero, da un lato e dall’altro, racconta di cambiamenti continui, con l’alternanza di giocatori di ogni tipo, da nazionali stranieri fino a giovani promesse forse troppo acerbe, fra illusioni di aver trovato un candidato ideale e bocciature a volte frettolose di elementi che altrove si sono invece affermati.
Difendenti ed offendenti . In quelli che una volta erano chiamati terzini, e che oggi sono giocatori di fascia che coprono il campo diversamente in base anche al modulo (diverso fare l’esterno in un 4-3-3 o in 3-5-2), quasi mai il Palermo ha trovato l’equilibrio perfetto fra capacità di difendere e allo stesso tempo fornire una spinta di qualità. L’analisi può partire da una sfavillante edizione dei rosa con terzini modello, arrivati entrambi in nazionale (Cassani e Balzaretti). Dal loro addio, la ricerca si è fatta complessa e non sempre fortunata: ci sono state annate con esterni dalla notevolissima spinta (Lazaar), altri che potevano ricoprire entrambe le fasce ma non avevano un piede ispirato (Morganella e Pisano), ancora trascinatori e ottimi crossatori divenuti beniamini della folla (Rispoli, che fu anche capitano), acquisti che all’esordio incantarono ma che si persero dopo qualche tempo (Aleesami che pure era nazionale norvegese).
Il ruolo ha proposto anche elementi interessanti provenienti dal settore giovanile: Pezzella, oggi in serie A a Lecce, o Andrea Accardi ancora in rosanero in quella che è stata una via autoctona alle corsie, prima con Mazzotta (2018-19), ora con Crivello, spostato in quella posizione dopo l’anno in D giocato da centrale.
Una nuova rivoluzione . Per quasi tutti costoro, tranne forse Accardi e Crivello, il problema era la fase difensiva meno brillante di quella di spinta. Molto dipende anche da caratteristiche e ambizioni della squadra. Il Palermo più recente, ripartito dalla D, giocava sempre in possesso palla e Doda fece un figurone, poi non confermato nelle categorie superiori. L’anno scorso i rosa avevano Almici, abbastanza completo per il ruolo e sacrificato a gennaio, ma prima Accardi e poi Buttaro (dall’altro lato il diligente Giron) non ne fecero avvertire la partenza. Quest’estate la nuova rivoluzione dopo il cambio in panchina: stavolta i difensori laterali scelti da Corini (Mateju in particolare) sono più bravi a contenere che ad attaccare. A sinistra, dopo il debutto del giovane Devetak, Sala già domenica col Venezia mira a riprendersi il posto titolare, con lo scopo di coprire l’intera fascia e spingere in maniera più efficace. Potrebbe essere un tassello importante nella ricerca degli equilibri giusti che Corini sta cercando. E magari aprire un nuovo e più felice capitolo della storia degli esterni rosanero.