Nuovo DPCM, il presidente della Turris tuona: «Chi governa il calcio dovrebbe assumersi maggiori responsabilità»
Ormai è chiaro: il calcio a porte chiuse non mi piace a nessuno. Non piace ai tifosi, costretti a seguire i propri beniamini dal divano di casa, non piace ai calciatori, costretti a giocare senza il fondamentale supporto del pubblico, non piace ai presidenti, che non possono più rimpinguare le casse societarie con gli introiti derivati dalla vendita dei biglietti. È una situazione infelice per tutti e che proseguirà almeno fino al 7 ottobre, visto il nuovo DPCM rilasciato nella giornata di ieri. In serie C c’è in particolare un presidente che ha deciso di dire la propria in merito alla questione riapertura degli impianti, spendendo parole al veleno nei confronti del governo: è il patron della Turris, Giuseppe Colantonio, le cui parole sono state pubblicate sulla pagina Facebook del club.
“Gare senza tifosi: dichiarazioni
del presidente Colantonio
A seguito della pubblicazione del DPCM del 7 settembre 2020, che inibisce ancora ai tifosi l’accesso agli stadi in occasione delle gare di calcio professionistiche fino al prossimo 7 ottobre, la S.S. TURRIS CALCIO – favorevole, in questa fase, ad una riapertura seppur parziale degli impianti confidando anche nella maturità del pubblico – esprime, per bocca del presidente Antonio Colantonio, il proprio disappunto: “Continua, purtroppo, a perpetrarsi una discriminazione nei confronti del mondo del calcio e, per di più, quello professionistico che dovrebbe ricevere le maggiori attenzioni e garanzie. Chi governa il calcio dovrebbe assumersi maggiori responsabilità, perché in questo momento stiamo solo danneggiando lo sport più bello al mondo ed i suoi appassionati. O si riaprono gli stadi, con le dovute limitazioni e precauzioni, o tanto vale rinviare ulteriormente l’inizio dei campionati. Il calcio è, innanzitutto, passione; uno spettacolo che va visto dal vivo senza farselo raccontare dagli altri. Se è vero, poi, che inevitabilmente è anche azienda per chi si assume l’onere di portarlo avanti, continuando a privare le società degli incassi ed imponendo parallelamente rigidi protocolli sanitari, suscettibili di determinare anche stop agli allenamenti con pregiudizio per le condizioni e le prestazioni degli atleti, non intravedo grande futuro per i club italiani, specie quelli di terza serie”.
“La Turris – prosegue Colantonio – reputa, inoltre, ancora paradossale la possibilità confermata dal fresco Dpcm di consentire l’accesso di mille spettatori in occasione di eventi sportivi minori, determinazione fatta già propria dalla Lega Nazionale Dilettanti, imponendo invece ai campionati professionistici di partire senza pubblico. Premesso che il calcio è di tutti e che vanno tutelati indistintamente i tifosi, non solo gli abbonati, ribadisco – conclude il presidente – l’invito al ministro dello Sport e al governo del calcio a trarre gli opportuni spunti dalla finale-pilota di Supercoppa europea che, il prossimo 24 settembre, sarà disputata ammettendo almeno il 30% dei tifosi rispetto alla capienza dell’impianto. Si tratta, a giudizio della Turris, di un importante apripista”.
Ufficio stampa Turris Calcio”