Nuovo Dpcm, Governo: quando cambieranno le zone di rischio
Il nuovo Dpcm, firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, entrerà in vigore il 6 novembre e prevede tre zone di rischio diverse: gialla, arancione e rossa. Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Province autonome di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto fanno parte della zona gialla.
Puglia e Sicilia di quella arancione, e Lombardia, Calabria, Piemonte e Valle D’Aosta della rossa.
Durata zone di rischio
Le regioni che fanno parte della zona rossa, ovvero con uno scenario di altissimo rischio, sono in lockdown. Giuseppe Conte ha spiegato che non ci sono zone verdi, perché i numeri della pandemia sono in continuo aumento in tutta Italia e servono misure restrittive efficaci. “Con future ordinanze del ministro della Salute verranno forniti aggiornamenti sulla situazione di rischio in cui si trovano le varie Regioni” ha spiegato Conte, sottolineando che le cose potrebbero cambiare anche prima del 3 dicembre.
Se una Regione riesce ad avere una condizione di rischio più bassa per 14 giorni allora potrà avere misure meno restrittive, o viceversa. “Il ministro della Salute, con frequenza almeno settimanale, provvede con ordinanza all’aggiornamento del relativo elenco” si legge nel testo del Dpcm.
“Le ordinanze non saranno arbitrarie o discrezionali. Come quella appena emanata, anche le altre recepiranno l’esito del monitoraggio periodico che viene fatto dal’Istituto superiore di sanità, dal Ministero della Salute e dai rappresentanti delle Regioni” ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la sua conferenza.
I parametri per decidere il livello di rischio di ogni Regione sono 21, ma c’è ancora poca chiarezza a riguardi. Ogni decisione e ogni risultato viene condiviso, come ha specificato Conte, con i componenti del Comitato tecnico scientifico.