Nuovo Dpcm, cambia tutto: cancellate nella notte alcune delle restrizioni annunciate da Conte
Il testo del dpcm firmato da Conte nella serata di domenica 18 ottobre 2020 e riportato in Gazzetta Ufficiale ha subito una modifica rispetto a quanto illustrato dallo stesso Premier in conferenza stampa: la norma oggetto di cambiamento è stata quella relativa alla possibilità dei sindaci di istituire un coprifuoco alle 21 per evitare assembramenti.
Così vi era scritto nell’ultima bozza circolata prima del punto stampa: “I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le 21 di vie e piazze dove si creano assembramenti, consentendo l’accesso solo a chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private”.
Parole che lo stesso Conte aveva utilizzato nell’illustrare il provvedimento ai cittadini e giornalisti e che avevano scatenato l’ira di alcuni primi cittadini tra cui Virginia Raggi, Dario Nardella e Giorgio Gori.
Il loro rappresentante, Antonio Decaro, aveva sottolineato come la norma avesse il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. L’aveva inoltre definita una scorrettezza istituzionale minacciando di non partecipare più alle cabine di regia. “Non si possono fare riunioni e poi il governo non ha la forza per imporre e fa un finto coprifuoco“, aveva aggiunto.
E così, dopo le proteste, il testo è stato cambiato nella notte prima di essere firmato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il riferimento esplicito ai sindaci scompare e, pur rimanendo implicito il fatto che saranno loro a disporre eventuali chiusure, si legge: “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.