Novità VAR, Rocchi: «Gli audio saranno fatti sentire, ma non ci saranno interviste»

Il designatore arbitrale della lega Serie A Gianluca Rocchi, si è espresso riguardo alla novità che verranno apportate il prossimo anno al Var.

Di seguito le sue dichiarazioni riportate a Radio anch’io sport, su Radio 1.

«L’obiettivo è fare più conferenze stampa, farne con più frequenza. Pacifici la pensa come me, quando abbiamo modo di spiegare una situazione abbiamo risolto un problema. Ma al termine delle gare non trovo corretto farlo fare agli arbitri, non perché non ne siano in grado ma perché quando l’aldrenalina è ancora alta non c’è nemmeno tanta voglia di ascoltare il motivo per cui l’arbitro ha commesso o meno un errore».

«L’unica cosa che la gente vorrebbe sentire è ‘sì ho sbagliato’, ma avremmo risolto poco. Il problema se hai sbagliato o meno ma il perché. La soluzione è avere uno spazio nostro ogni 15 giorni o una volta al mese nel quale possiamo spiegare gli episodi. Verranno diffusi anche gli audio più controversi. Non abbiamo nessun segreto. Abbiamo chiesto ai ragazzi di lavorare sulla pulizia della comunicazione, in modo da poter ascoltare dialoghi puliti. Ma non abbiamo problemi a far ascoltare tutto. Il problema è spiegare il perché è stato commesso un errore, non ammettere che si è sbagliato. E spesso abbiamo scoperto che nel rapporto arbitro-var è la comunicazione che frega».

«C’è stata una linea di arbitraggio più europea, con un miglioramento nella fluidità nel gioco. Non è stato un percorso semplice, ma i risultati sono molto positivi. Ma non dobbiamo dimenticare che il campionato italiano non è la Champions League:
dobbiamo adattarci al nostro campionato, cercando di prendere spunto dalle competizioni europee che sono riferimento per tutti».

«Sono contento di come hanno lavorato tutti gli arbitri, soprattutto nelle condizioni in cui hanno lavorato, abbiamo avuto anche problemi interni non indifferenti, sono riusciti ad estraniarsi da tutto. Si può migliorare nella continuità di rendimento, ogni tanto abbiamo avuto anche noi qualche scivolone, soprattutto i più giovani devono meritarsi la grande fiducia nostra e dei club».