L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su alcuni riconoscimenti che però hanno visto l’Italia dimenticata nonostante il trionfo ad Euro 2020.
Non siamo i Best. Neanche quando vinciamo. Donnarumma miglior giocatore dell’Europeo, titolare del Top 11, ma poi superato dal “blues” Mendy tra i portieri. Il c.t. Mancini che compie l’impresa di Wembley, però si vede superare dal collega Tuchel campione d’Europa col Chelsea. E non parliamo di Jorginho, giocatore chiave di Italia e Chelsea, belle e vincenti grazie alla sua regia: fuori dal podio e addirittura 6° nella classifica finale, superato anche da Benzema (ok, ci può stare) e Kante (insomma). Il mondo non ci considera i Best.
Stravince Lewandowski. S’inchina anche Messi. Il campione è Robert Lewandowski come l’anno scorso: 48 gol nel Bayern e 12 nel Chelsea, il fascino del centravanti colpisce ancora. Una conferma sorprendente: anche Messi, stra-campione nel voto dei tifosi, deve inchinarsi. Terzo è Salah. Per la prima volta dal 2016 il Best Fifa e il Pallone d’oro sono divergenti: i giurati di France Football avevano incoronato l’argentino. E Jorginho? Primo d’estate al Men’s player Uefa, terzo al Pallone d’oro, qui out. Una discesa. Sicuramente hanno inciso i due rigori falliti contro la Svizzera dopo che le votazioni degli altri premi erano già chiuse. Ma qualcosa non quadra lo stesso nel Best: da questa formula, con quattro categorie di voto (capitani delle nazionali, c.t., giornalisti e tifosi) e la loro media, scaturisce un risultato disomogeneo. Restano per l’Italia i due secondi posti e i tre titolari nella squadra dell’anno: Jorginho, Donnarumma e Bonucci. Davvero poco per i campioni d’Europa.
I GRANDI. Premio anche a Ronaldo Ma addio dualismo. Comunque non è più il “Pallone loro”, il premio che Messi e Ronaldo si contendevano per oltre un decennio come se non esistesse altro calcio al di fuori della rivalità personale. Tra Juve, United e Portogallo, il divino CR7 non è andato oltre il 7° posto, quale oltraggio: ma ieri era presente, e non in video, alla cerimonia di Zurigo con il presidente Infantino. Ha vinto infatti il “Premio Speciale”: riconoscimento per ricucire lo strappo del 2019 quando, indignato per il successo di Messi, non s’era presentato sul palco a Milano. Quest’anno non poteva pretendere di più. «Punto a giocare altri quattro-cinque anni», ha aggiunto l’uomo che non si arrende mai. Il voto dei colleghi l’ha inserito nella Top 11 in un attacco con Haaland, Lewandowski e Messi. Sarebbe interessante vederli giocare tutti e quattro assieme in una partita vera.
I PORTIERI. Beffa Donnarumma Alla pari con Mendy ma…Mancini magari perderà la sua aura vincente nei playoff mondiali, ma non ricevere il Best dopo l’Europeo non convince. Il c.t. precede Guardiola, ma non basta. L’altro tecnico italiano in graduatoria, Antonio Conte, è 7°. Quasi una beffa per Donnarumma che tra i portieri arriva alla pari con Mendy, vince nelle categorie giornalisti e allenatori, ma deve inchinarsi al regolamento alquanto discutibile: in questo caso, infatti, lo spareggio si risolve con il voto dei capitani e quindi addio premio.
I VOTI. Mancini sceglie Conte E Yakin indica Jorginho. Il voto di c.t. e capitano azzurro è in fotocopia: Jorginho, Messi e Mbappé. Non sempre le classifiche sono nel nome della sportività. Deschamps indica Benzema, Mbappé e Kante: “vive la France”. Molto corretto il c.t. inglese Southgate che premia Jorginho, anche perché l’ha visto in azione e ne ha pagato le conseguenze. Coraggioso il portoghese Santos che gli dà il 2° posto ed esclude Ronaldo dal podio. Jorginho è 3° per lo spagnolo Luis Enrique e, non sorridete, anche per il c.t. svizzero Yakin al quale, sbagliando i due rigori, l’azzurro ha regalato il Mondiale. Voto al limite dell’annullamento per conflitto d’interessi. Politicamente corretti gli azzurri sugli allenatori: Mancini dà il primo posto a Conte, Chiellini sceglie il c.t. e concede il 3° posto all’ex bianconero.