Non ci fu razzismo: l’Uefa chiude il caso sull’Under 21 azzurra
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’Italia Under 21 accusata di razzismo dalla Svezia con la decisione finale dell’Uefa.
Non c’è stato alcun insulto razzista, si chiude (per il momento) il caso scoppiato dopo il match dell’Under 21 azzurra contro la Svezia del 12 ottobre a Monza: al termine della partita, lo svedese Anthony Elanga aveva accusato un azzurrino di avergli rivolto un’offesa a sfondo razzista. Non rilevata né dall’arbitro, il portoghese Carvalho Nobre, né dal quarto uomo, ai quali si erano rivolti lo stesso giocatore e lo staff della nazionale nordeuropea.
La Figc ha subito smentito categoricamente che potesse essere successo – con un comunicato dai toni giustamente perentori – e infatti nel referto arbitrale sembra che non ce ne fosse traccia. La SvFF (la federcalcio svedese) ha comunque segnalato l’incidente alla Uefa. E in effetti, ricevuta la denuncia, come atto dovuto nei giorni successivi la Uefa ha aperto un’inchiesta, nominando un investigatore per fare chiarezza sulla faccenda. Ebbene: ieri la stessa federcalcio svedese ha annunciato di aver ricevuto comunicazione da parte dell’Uefa che l’inquirente non intende portare il caso davanti alla Commissione Disciplinare.
Quindi, di fatto, il caso è chiuso, anche se la Svenskfotboll si riserva di presentare appello dando credito alle parole di Elanga e dicendosi sicura di quanto sia successo, tanto da aver presentato, nelle ore successive alla partita, una denuncia alla Polizia locale di Monza («Per la quale – è scritto sul sito ufficiale della Federcalcio svedese – siamo ancora in attesa di un feedback»).