L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un editoriale di Nicola Binda il quale si esprime anche sul Palermo e su Eugenio Corini, paragonando il suo percorso a quello del suo predecessore Baldini.
Era già successo alla 5a giornata, ma allora valeva tutto perché non c’erano ancora assilli e la classifica era un giochino senza significato. Adesso no. Anche la 30a giornata della Serie B non ha fatto registrare pareggi. E a questo punto della stagione certi break hanno un peso notevole. Nel bene e nel male, una vivacità che a questa latitudine non è mai mancata. Sono scossoni che soltanto la Borsa, in questi giorni tanto complicati, riesce a dare. Tra i dieci sorrisi spicca quello smagliante del Genoa, che dopo la scorpacciata di Brescia ha allungato la festa anche al giorno dopo, quando ha saputo della sconfitta del Bari: il +5 in classifica (adesso sul Südtirol) comincia ad avere un buon sapore. Ma spicca anche quello del Cosenza, che è riuscito a vincere dove nessuno era ancora riuscito, addirittura sul campo del Frosinone capolista, dando forza alle speranze di salvezza: se ce la fa anche stavolta (con i tifosi contro, sempre per protesta verso il presidente…) diventa un fenomeno da studiare.
E così, mentre la vetta si tinge d’azzurro con due campioni del mondo come Fabio Grosso e Alberto Gilardino che potrebbero andare a braccetto in Serie A, il fondo classifica si tinge di nero, viste le grandi delusioni. Oggi Benevento, Spal e Brescia sarebbero in Serie C, poche storie: sono flop che fanno rumore. Ed è meglio lasciar perdere scenari tragici di fantagiustizia sportiva ipotizzati da chi vede esclusi dalla prossima Serie B – per guai finanziari – sia la Samp che la Reggina, facendo ridurre in tal caso a soltanto due le retrocessioni. No, meglio non andare oltre con certi disegni apocalittici.
Meglio pensare ad affrontare al massimo queste ultime 8 giornate. Sapendo che nessuno si può sentire fuori dai giochi. Pensate al Como: nella prima parte della stagione temeva di retrocedere, adesso ha i playoff a tiro. Al contrario, c’è quel mondo di mezzo che sente le fiammelle dell’inferno avvicinarsi e stringe i denti per tenerle lontano. Per questo i pareggi servono a poco. Le vittorie pesano e come sempre, anche nel giorno della festa del Papà, hanno tutte un padre. Come Paolone Bisoli, che fa correre il Südtirol proprio come la A112 Abarth al quale l’ha paragonato. O come Claudio Ranieri, la cui saggia cura sta preparando un Cagliari da urlo per i playoff. O come Luca D’Angelo, al quale ancora brucia la finale playoff persa contro il Monza: stavolta il Pisa sarà di certo più maturo. O ancora come il Palermo, che un anno fa i playoff (di C) li ha vinti arrivandoci di slancio: Genio Corini farà come Silvio Baldini? Solo le sconfitte non hanno padre. E questa non è una novità. Chi vince esulta e chi perde spiega, dice il saggio. L’unico che dopo l’ultimo ko ci ha messo la faccia è stato Fabio Pecchia, che si è preso la responsabilità per l’ennesimo tonfo di un Parma che rischia il un secondo anno senza playoff. Guai però a trascurarlo: 8 giornate sono tante. Quindi fate la sosta e rigeneratevi. Perché se il pareggio resta bandito…