Nesta presenta Reggiana-Venezia: «Verranno qui per vincere. Scommesse? Malattia da risolvere»
Alessandro Nesta, tecnico della Reggiana, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida con il Venezia soffermandosi anche sul caso scommesse.
Di seguito le sue parole:
«Il Venezia è una squadra forte e verrà qui per vincere ma noi abbiamo le nostre armi e possiamo fare la nostra partita. Vedo che la squadra gioca sempre contro tutti e non è così scontato. Ogni tanto è capitato di avere alti e bassi nella stessa partita e su questo punto non ci nascondiamo ma analizziamo tutto quello che c’è da prendere in considerazione. Come si ferma il Venezia? Con quello che sappiamo fare, con la nostra identità. Queste sono squadre fisiche ma non dobbiamo perdere il gioco che ci contraddistingue: pensare di lottare e basta non ci serve, bisogna anche puntare sulle nostre caratteristiche facendo qualche tiro in più e aumentando il livello di qualità negli ultimi metri. “Le squadre abbordabili, sulla carta, erano Cittadella e Ternana: la partita di Terni non la considero perché in quel momento non eravamo in grado di reggere tre incontri in una settimana mentre a Cittadella abbiamo battagliato e potevamo pure pareggiare. Sinceramente preferisco giocare con squadre più abbordabili, però se facciamo spesso bella figura con le forti vuol dire che non siamo così male. Portanova? Viene da un infortunio, pensavo stesse peggio invece è già pronto. Si scrivono tante cose su di lui, ma il ragazzo resta concentrato sul calcio e quando è in campo sta bene».
«Bisogna avere una rosa omogenea nella condizione fisica, che va da quasi l’80% fino a un livello più alto. Nelle ultime settimane abbiamo lavorato molto per cercare di migliorare alcune situazioni negli ultimi metri e nel tirare di più in ed è quello che mi aspetto di vedere. Svincolati? No perché in giro non vedo qualcuno che ci possa cambiare la vita. Ha più senso risparmiare per gennaio quando si trovano giocatori pronti. Caso scommesse? Da ex giocatore non faccio la morale a nessuno, dico solo che un conto è falsare le partite e scommetterci sopra mentre è un altro tipo di discorso perdere dei soldi come successo a quei ragazzi. Questa è una malattia e un problema personale da risolvere: nel calcio chiaramente ci sono regole da rispettare ma tra le due cose c’è una bella differenza. Spero che quei ragazzi possano risolvere i loro problemi».