Nazionale, Mancini: «Avevo detto che dovevano giocare i calciatori nati in Italia, ma non c’era questo problema e il mondo è cambiato»

Il ct della Nazionale Azzurra Roberto Mancini è intervenuto in conferenza stampa dal ritiro di Coverciano.

Ecco le sue parole:

«Avevo detto che dovevano giocare i calciatori nati in Italia, ma non c’era questo problema e il mondo è cambiato. Ora siamo messi peggio di Southgate».

«Non voglio essere al posto di Gravina, che è bravo, ma non è semplice – dice Mancini –. I paesi dove vengono fuori i giocatori sono l’Argentina, il Brasile, l’Uruguay, dove i ragazzi giocano ancora per strada come facevamo noi. Non succede più. Gli allenatori sono bravi, quelli che da bambini fanno la tattica sbagliano, ma perché Gnonto non l’ha preso nessuno? Poteva giocare nella Samp, nella Fiorentina, è titolare in Premier. In Olanda c’è Oristanio, ha qualità, ma non è da noi. Se gli dessero la possibilità… Zaniolo è l’emblema. Vuol dire che se a un ragazzo è data fiducia, la ripaga. Anche se per gli allenatori non semplice perché pagano per primi».

Insomma, mettere in piedi una Nazionale è diventata un’impresa. E la cosa divertente è che Southgate, c.t. inglese, ha detto: «Ho pochi convocabili, il 28%, dovrò prendere dalle serie minori». Mancini sorride: «Se si lamenta lui… Anni fa dissi che in Nazionale dovevano giocare i nati in Italia. Ma il mondo è cambiato e tutte le nazionali hanno giocatori naturalizzati o di altre nazioni. Abbiamo avuto giocatori che hanno fatto tutta la trafila in Nazionale e poi sono stati presi da altri perché avevano il doppio passaporto. Dobbiamo fare la stessa cosa. In Italia non ci sono giocatori, inutile negarlo».

Solo centrocampisti: «Abbiamo abbondanza. Pochissimi attaccanti, è strano, sono sempre venuti fuori ma da troppi anni siamo limitati. Anche in Primavera non c’è un italiano”. Ed ecco la stoccata: “Calcio italiano risorto? Gli italiani sono 7/8 in tre squadre nei quarti di Champions, non mi sembra tanto. Fossero la metà, capirei. Questa è la realtà, dovremo arrangiarci».