Nazionale, il nuovo ct Spalletti si presenta: «Ringrazio tutta la Federazione, voglio calciatori felici»

Nella mattinata odierna in nuovo ct della Nazionale italiana Spalletti, si è presentato alla stampa prima della prima seduta di allenamento lunedì a Coverciano in vista delle gare con Macedonia del Nord e Ucraina.

Di seguito le sue parole:

«Grazie a tutta la Federazione, in primis al presidente Gravina per avermi dato questo bellissimo incarico. Ho passato molto tempo in questo luogo, nell’Università del calcio, ma essere da qui alla conferenza della mia presentazione da Ct è un’emozione indescrivibile. E’ un sogno che parte da lontano, avevo 11 anni quando in occasione del Mondiale di Messico ‘70 andai a chiedere a mia mamma di cucirmi una bandiera dell’Italia per andare a festeggiare il 4-3 sulla Germania. Questa bandiera ora la riporterò in panchina e spero di far rinascere quel sogno in tutte le migliaia di bambini che sono a guardare la Nazionale».

«Cerco la felicità perché è quella di cui abbiamo bisogno. Di solito non riesco a essere felice da solo, non riesco ad essere felice se non vedo la gente felice vicino a me. Napoli è stata la mia felicità perché ho visto i napoletani contenti. Anche i calciatori che verranno devono essere felici di vestire questa maglia, bisogna urlare la nostra felicità e vestire questa maglia, una maglia importantissima che ha una storia importantissima. Ricordo De Rossi, che diceva ‘Ho due maglie, quella del club e quella della Nazionale, che portiamo sempre sotto a quella del club Noi abbiamo dei campioni che ci hanno fatto vedere cosa vuol dire il senso di appartenenza, penso ai vari Mazzola, Rivera, Riva, Baggio. Da Mancini eredito una buona Nazionale, ha vinto un Europeo e fatto il record di partite senza sconfitta. Ha lanciato molti giovani, scoprendo talenti che possono esserci utili. Poi bisogna cancellare l’amarezza di due risultati e prendere le distanze dal fatto di credere di appartenere ad un calcio minore, che non appartiene alla nostra storia. E cercare di andare a fare un calcio che piaccia a tutti».

«Dobbiamo andare a giocare due partite fondamentali, abbiamo bisogno di spessore internazionale e di un po’ di esperienza. Soprattutto in questa fase della stagione è fondamentale il minutaggio. Ho lasciato a casa ad esempio Jorginho e Verratti perché non avendo fatto la preparazione era impensabile portarli dentro. Partiremo col 4-3-3, poi se avremo bisogno metteremo un sottopunta passando al 4-2-3-1. Vogliamo giocare con la difesa a quattro, qualche calciatore è stato scelto perché gioca con il club a quattro. Dobbiamo essere una squadra che tenta di andare a prender la palla. Solo due cose contano nel calcio: la pressione e la costruzione, tutto il resto viene di conseguenza. Mi sembra che si siano delle potenzialità in avanti da poter sfruttare, ci sono uno o due calciatori che possono ricoprire il ruolo di attaccante centrale pur avendo sempre giocato in altre posizioni”. Intanto nelle prime convocazioni ha deciso di puntare su tre attaccanti con caratteristiche diverse come Immobile, Retegui e Raspadori. E’ chiaro che l’attaccante fisico ha caratteristiche ben precise, ma magari Raspadori è più bravo a partecipare al gioco di squadra. Kean e Scamacca non li ho chiamati per il basso minutaggi. Forse non sarò il miglior allenatore possibile per la Nazionale – l’epilogo ad effetto – ma sarò il miglior Spalletti possibile».