L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle probabili formazioni della gara tra Germania e Italia.
Ha più di mille anni, Mönchengladbach, ma, per evitare intrecci toponomastici con la bavarese Monaco, nel 1960 i tedeschi le hanno cambiato nome, assegnandole quello attuale. Neanche fosse uno stadio. Sì perché proprio in quel momento l’impianto cittadino divenne il Bökelbergstadion, per noi il “piccolo teatro della lattina”, sogno-incubo di una notte di mezzo autunno 1971, quando l’Inter di Boninsegna, colpito da una Coca Cola di passaggio, passò prima dal 7-1 sul campo, ottenuto nel caos dal Borussia di Netzer, al 4-2 di San Siro, fino allo 0-0 della ripetizione di Berlino (procurata dal ricorso magistrale dell’avvocato Prisco, già vice presidente), andando avanti in Coppa dei Campioni (fino alla finale, persa 2-0 con l’Ajax).
Sempre contro il Borussia (non nel suo fortino ma a Düsseldorf) il Torino ha giocato la sua ultima partita nella manifestazione europea più prestigiosa (3-11-1976), finendo in 8 (fuori Caporale, Zaccarelli e a 20′ dal termine Giaguaro Castellini) con Graziani in porta a difendere un inutile 0-0 dopo la sconfitta dell’andata. Insomma, la lunga (scontata ma necessaria) premessa per ricordare come in questo angolo di Renania, dove mai prima era arrivata la Nazionale, sono state scritte pagine dell’infinita storia calcistica tedesco-italiana. Gli azzurri, al massimo, a parte la sede del ritiro iridato del 2006, nella vicina Duisburg, si erano fermati a 30 chilometri da qui, a Düsseldorf, il 10 giugno 1988, per Germania-Italia di quell’Europeo. Lo sa bene Roberto Mancini: finì 1-1 con gol di… Roberto Mancini (subito ripreso da Brehme), primo dei suoi soli 4 gol italiani (in 36 presenze).