Nasce Euro 2016: tutto quello che c’è da sapere sulla competizione e sul cammino dell’Italia

A pochi mesi dall’inizio dell’Europeo 2016 in Francia, l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” fa il punto sul cammino che aspetta l”Italia ad euro 16 e su tutto quello che c’è da sapere sulla competizione. Ecco quanto si legge: “Un pericolo si aggira per l’Europeo: l’Italia. Sorprendentemente in seconda fascia per un pugno di punti – e non è detto che Inghilterra e Portogallo teste di serie siano più forti – gli azzurri sono l’avversario che tutti vogliono evitare in questo Europeo dei record. La storia comincia nel 1960 sempre in Francia, un cerchio che si chiude: due città (Parigi e Marsiglia) e quattro finaliste dai nomi vintage (Urss, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Francia). Le fasi finali hanno poi moltiplicato le pretendenti: 8, 16, infine 24, più del Mondiale ‘78. Non è l’unico primato: il montepremi raggiunge 301 milioni, i soldi per le Nazionali aumentano (minimo 8, massimo 27 per i campioni) e rischia di non esserci il monumento nazionale Michel Platini. Infine sarà la prima fase finale al tempo del terrorismo: il vero spettro che si aggirerà per l’Europeo è l’Isis, la prima preoccupazione sarà la sicurezza. Ma poi si giocherà, finalmente, a pallone. E parleranno Ronaldo, Lewandowski, Iniesta, Ibra, Hazard, Muller, si spera Eder e Pellè.

PRIMO ATTO Quello di oggi al Palazzo dei Congressi di Parigi, dopo una serie di controlli mai visti, è comunque il primo atto del torneo, non una semplice formalità. Perché la distribuzione delle nazionali nelle quattro fasce – grazie al ranking Uefa – promette incroci squilibrati (e quindi bellissimi per emozioni e spettacolo). Un gruppo con Germania, Italia, Polonia e Galles è da brividi; uno con Inghilterra, Ucraina, Ungheria e Nord Irlanda, da qualificazioni. Ma il punto è questo: se si qualificano 24 nazionali su 53 (il 45%), qualche concessione al valore tecnico è inevitabile. Noi siamo in seconda fascia e qualche rischio in più possiamo metterlo in conto.

CHI PRENDERE Conte si ritrova una prima fascia sfiorata e persa per un niente: immaginiamo preferirà evitare Spagna e Germania, ricambiato naturalmente, e anche Francia (padrona di casa) e Belgio (benché l’amichevole di novembre, loro squadra fatta e finita, noi in costruzione, abbia spiegato che possiamo competere). Molto meglio l’Inghilterra e il Portogallo. Nella terza fascia l’oggetto del desiderio è l’Ungheria assente dal ‘72. Il peggio la Polonia di Lewandowski e la Rep. Ceca, meglio diffidare di Ibrahimovic e della Slovacchia che ci escluse in Sudafrica. Infine l’ultima fascia: il Galles di Bale il peggior cliente, l’Albania e l’Islanda hanno fame di gloria, le due irlandesi sembrano auspicabili.

REGOLE E RIPESCATE Alla fine è preferibile trovare una testa di serie forte e le altre così così, perché passano le prime due. Anzi, tre. La fase finale a 24 obbliga al ripescaggio delle 4 «migliori terze», come ci accadde a Usa 94: non passare sarebbe un suicidio senza attenuanti. Un gruppo fantastico sarebbe Portogallo, Ungheria e Nord Irlanda. Quello complicato con spagnoli, polacchi e gallesi. SEMPRE SORPRESE Storicamente l’Euro non è il nostro torneo: vinto solo nel ’68, sfiorato nelle finali 2000 (Francia) e 2012 (Spagna). D’altra parte la sorpresa è frequente, se pensiamo alla Danimarca (1992) e alla Grecia (2004). Solo 8 Nazionali hanno vinto il Mondiale in 20 edizioni, mentre nelle 15 fasi finali dell’Euro si sono alternati in 9. E solo alla Spagna è riuscito il bis consecutivo 2008-12: vincere ancora sarebbe incredibile. Sono tanti però gli interrogativi, dalla tenuta delle grandi al valore delle debuttanti (Islanda, Albania, Slovacchia, Galles, Nord Irlanda). Chi sarà la sorpresa 2016? E qualcuno potrebbe anche chiedersi come l’Olanda di Robben sia rimasta fuori, superata da cechi, islandesi e turchi.

UN POKER, POI L’ITALIA La Spagna – uscita a pezzi psicologicamente dal Mondiale brasiliano, ferita dalla rivalità Real-Barça – si è ricostruita e oggi è favorita con la Germania campione del mondo e che, da Neuer a Kroos, da Muller a Gundogan, ha una lista di campioni ineguagliabile. Un passo sotto, la Francia di Pogba (e Benzema?) e il Belgio di Hazard e De Bruyne. Dietro le fantastiche quattro c’è l’Italia che a marzo, sfidando spagnoli e tedeschi in amichevole, scoprirà se stessa. Non ci sono i Paolorossi e i Brunoconti, forse neanche Pirlo, ma per tutti restiamo quelli difficili da superare”.