Come racconta “Salentolive24.com” mercoledì 31 agosto, al termine dell’incontro di calcio Napoli-Lecce, disputatosi allo stadio “Diego Armando Maradona”, un gruppo di tifosi leccesi, durante le fasi di deflusso dall’impianto sportivo, “ha tentato di riversarsi in massa sul ballatoio del settore Ospiti ed hanno tentato di sfondare il cordone di polizia posto a chiusura delle scale posizionato al fine di garantire l’ordinato deflusso degli spettatori. Il tentativo di sfondamento è stato attuato, dapprima, con sputi e spintoni all’indirizzo dei poliziotti, per poi proseguire con calci, pugni e alcune cinghiate che hanno provocato altresì contusioni ad un operatore”. E’ quanto si legge in una nota inviata dalla Questura di Lecce.
Il giorno dopo, grazie alla visione delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti presso lo stadio Maradona, il personale delle Digos delle Questure di Napoli e Lecce con quello del Commissariato San Paolo è giunto all’identificazione di alcuni degli autori dei disordini e delle violenze. Due tifosi giallorossi sono stati arrestati per resistenza, violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale, ed uno di essi anche per uso di materiale pericoloso.
Ma immediatamente dopo la ricostruzione dei fatti effettuata dalla Polizia, sono in molti tra i sostenitori del Lecce ad avanzare alcune rimostranze sui social. Oltre il danno la beffa, si legge in più di un profilo su facebook. “Siamo stati trattati come bestie, lasciati per oltre un’ora all’interno del Maradona a partita finita, senza possibilità di utilizzare i bagni e di poter bere un sorso d’acqua”. E sono tanti, tra i tifosi, monitorati in lungo e in largo appena giunti a Napoli, bloccati al casello per più di un’ora e costretti ad arrivare allo stadio alla fine del primo tempo. Situazioni che hanno alimentato malumori e rabbia, tanto più che nel folto gruppo di tifosi – più di un migliaio erano presenti al Maradona – c’erano anche donne bambini che hanno deciso di seguire la squadra del cuore fino a Napoli.