Muore durante un controllo di polizia. La Procura di Parma apre un’inchiesta. Il genero accusa: «Soffocato come Floyd»

Era al volante senza cintura di sicurezza, è stato fermato dalla Polizia Stradale. Avrebbe reagito alla sanzione, poi il tragico epilogo. Antonio Marotta, 63 anni, originario di Salerno, nel tardo pomeriggio di ieri è morto a Fidenza (Parma), dove viveva da tempo. Stando a quanto riferito da “IlMessaggero”, gli agenti hanno notato che non indossava la cintura e così lo hanno fermato. Sembra che non fosse la prima volta che il 63enne veniva controllato senza i dispositivi allacciati, ma ieri pomeriggio, dopo la contestazione del verbale, l’uomo pare abbia reagito andato in escandescenze. Per fermarlo i due agenti di pattuglia lo avrebbero ammanettato e, a quel punto, il 63enne si sarebbe sentito male, accasciandosi al suolo. Subito è partita la chiamata al 118 ma i medici arrivati sul posto, dopo vari tentativi di rianimazione, non hanno potuto fare altro che constatarne la morte. Sull’episodio la Procura di Parma ha deciso ulteriori accertamenti ed aprirà nelle prossime ore un fascicolo di indagine. Nei prossimi giorni quindi verrà eseguita l’autopsia sul corpo del 63enne e saranno quasi sicuramente ascoltati dal magistrato i due agenti della pattuglia. La famiglia dell’uomo ha subito nominato un proprio legale, l’avvocato Carlo Ambrosini, e ora chiede che venga fatta chiarezza su quanto successo. A parlare è Angelo Pinto, genero di Marotta che, parlando con l’Ansa, associa la vicenda del familiare al caso Floyd. «Non ci spieghiamo come possa essere accaduto un evento del genere. Per noi è tutto riconducibile ai fatti americani. Per futili motivi si sono permessi di ammanettarlo, buttarlo a terra e soffocarlo. Un abuso di potere vero e proprio come quello del povero americano ucciso». Altri testimoni invece raccontano del tentativo degli agenti di calmare l’uomo e poi del suo improvviso malore al momento di essere ammanettato.