Moscardelli: «Giocare mi manca, vorrei fare il commentatore. Barba? Non la tolgo da 8 anni»

Davide Moscardelli è stato intervistato da “IlPosticipo.it” in cui ha parlato di tanti temi, tra cui la sua barba e non solo.

Ecco qualche estratto:

«Mi manca giocare, ma è una cosa normale. Ho scelto di smettere, era arrivata l’età giusta per dire basta. Ci sono passati tutti, adesso è toccato a me. Andiamo avanti. Futuro? Vorrei restare in questo ambiente. Non mi vedo allenatore. Mi piace parlare di pallone. Vorrei fare qualche trasmissione, magari specializzarmi nel commento tecnico come seconda voce. Parlare di calcio mi viene naturale quando guardo le partite».

«Roma? Per ogni persona la propria città è sempre meravigliosa. Quando si tratta della Capitale, di una delle città più belle del mondo, l’attaccamento è ancora più marcato. Ho un ottimo rapporto con Roma. Sono stato lontano per tanti anni. Quando facevo il calciatore era un piacere tornarci. Le ultime città in cui sono stato nella carriera erano più piccole, a misura d’uomo. Però la bellezza di Roma nasconde tutto il resto. Da bambino sognavo di giocare in Serie A, riuscirci con la mia squadra del cuore sarebbe stato il massimo. Non ci sono riuscito, ma sono contentissimo della carriera che ho fatto. Nelle serie minori ho conosciuto tanti giocatori che avevano grandi qualità, nonostante questo però non sono arrivati in alto. Io ce l’ho fatta ed è stato un privilegio».

«Barba e Bologna? È il mio unico rimpianto. Non sono riuscito a fare quello che avrei voluto fare. Stavo vivendo il momento più importante della mia carriera. Era uscito il mio boom sui social perché mi ero fatto crescere la barba. Al primo anno sono arrivato a gennaio e ho chiuso bene la stagione. All’inizio di quella successiva ero carico, purtroppo non è andata come volevo. Certe annate nascono storte e finiscono peggio. Siamo stati allenati da Pioli e Ballardini, la squadra era buona, a gennaio purtroppo abbiamo perso pezzi importanti. Siamo retrocessi in B ed è finita la mia avventura. Perché mi sono fatto crescere la barba?All’inizio me la sono fatta crescere per caso. Un fotografo al Chievo mi aveva fatto i complimenti per la barba così l’ho fatta crescere ancora. Nel mercato di gennaio il Bologna di Pioli mi voleva così ho fatto un fioretto: non l’avrei tagliata finché non mi sarei trasferito. Il direttore sportivo del Bologna sapeva del mio fioretto: al mio arrivo mi ha detto di tagliarla, sennò avrebbe portato male. L’ho fatto prima della partita in casa del Pescara, sono sceso in campo senza barba. Il giorno dopo sui social alcuni mi hanno chiesto perché non avessi più la barba. Ho raccontato del fioretto promettendo che sarebbe ricresciuta. Completamente da otto anni, dal 2 febbraio 2013: quando l’ho fatto ero un’altra persona, un ragazzo. L’ho fatta crescere perché mi andava, non volevo imitare nessuno, sono stati gli altri ad imitare me».