L’ex rosanero Michel Morganella ha rilasciato un’intervista ai microfoni di TMW al giornalista palermitano Alessio Alaimo.
Dal calcio ai tetti per gli impianti fotovoltaici. «Aspetta che devo timbrare altrimenti è un casino». Comincia così la chiacchierata con Michel Morganella, ex esterno di Palermo e Novara.
Le sue parole in vista di Italia-Svizzera:
Morganella, che partita si aspetta?
«Mi chiedono sempre per chi tifo perché ho il padre italiano e la mamma svizzera. Beh, sarei contento sia in un caso che nell’altro. La Svizzera ultimamente è cresciuta tanto, l’Italia invece la vedo un po’ timida e spenta. Ma in partita secca l’Italia è sempre l’Italia. Sarà una partita difficile per entrambe».
Di Marco o Di Lorenzo, chi sceglie tra i due esterni? «Mi piacciono tutti e due ma preferisco Di Marco perché osa, spinge di più».
I punti di forza della Svizzera?
«In porta c’è Sommer, che è un ottimo portiere. Poi c’è Xhaka che è un giocatore di esperienza. Sarà una partita da giocare, tifo per entrambe».
lei? C’è spazio ancora per il calcio? «Lavoro sui tetti, nel fotovoltaico. Ho deciso di mettere da parte il calcio, almeno per ora. Vengo da un papà operaio, mi trovo bene in questa veste. Certo, è sicuramente più pesante che andare in campo. Ma quando finisci di giocare poi torni alla realta».
Nel futuro tornerà nel mondo del calcio?
«Ora sto lavorando. Appena mia moglie finirà la sua formazione vedremo»
In che ruolo si vede?
«Mi vedo come agente. Magari i miei figli prenderanno la mia stessa strada nel calcio e potrò dargli una mano. Da procuratore lavori due o tre mesi e ampli le tue conoscenze».
Il suo ex Palermo proverà quest’anno a centrare la Serie A. «L’ho seguito nei playoff. Peccato per come è finita. Ha avuto un periodo devastante in senso positivo e poi ha mollato. Avevo detto che se fossero stati forti di gruppo sarebbero potuti arrivare fino alla fine. Poi ho guardato le partite e ho detto peccato… perché hanno comunque speso nel mercato di gennaio. Ma non sali di categoria soltanto spendendo soldi. Bisogna creare un gruppo e quello non puoi comprarlo. Quando siamo saliti in Serie A contro il Novara eravamo una squadra incredibile fuori dal campo, un gruppo compatto».