Moreo: «Voglio giocare in A col Pisa. Trequartista? Ruolo che mi piace di più»

Gratitudine e fame, due parole che fotografano bene lo stato d’animo di Stefano Moreo. Attaccante duttile e generoso, oggi reinventato trequartista da Filippo Inzaghi, si sta ritagliando un ruolo centrale nel Pisa che sogna la Serie A. In un’intervista concessa a Fanpage.it, l’ex Palermo ha ripercorso la sua stagione, il legame speciale con l’attuale allenatore e l’ambizione che ancora lo guida.
«Sicuramente stiamo vivendo un’annata positiva rispetto agli ultimi due anni a Pisa. C’erano state un po’ di difficoltà a livello di squadra che personali ma quest’anno penso che sto dando una mano alla squadra tra gol e assist. Sono contento».
Il merito, secondo Moreo, va anche a chi lo ha saputo comprendere e valorizzare:
«Sicuramente l’arrivo di Inzaghi mi ha aiutato perché è il quarto anno che lavoro con lui e sa che tipo di giocatore sono, come farmi rendere al meglio. La chiave è certamente questa. Lui mi ha voluto a Venezia e abbiamo fatto subito benissimo, vincendo il campionato di C e la Coppa Italia. Sono stato sempre benissimo con lui e mi ha richiamato a Brescia. C’era stata un’occasione per andare a Benevento, sempre con lui, ma io ho fatto una scelta diversa. Non mi pento di nessuna scelta però c’è un feeling speciale. Io con lui ho fatto diversi ruoli, a Brescia ho fatto la prima punta mentre quest’anno mi ha cucito questo ruolo da trequartista e posso spaziare in più zone di campo».
Un’evoluzione tattica che lo ha stimolato e che sembra cucita addosso alle sue caratteristiche:
«Mi piace molto il nuovo ruolo, ma sono sempre stato uno che si è messo a disposizione per la squadra. Poi, devo essere sincero, non sono mai stato un vero bomber d’area: io nasco come ala, come esterno, e man mano mi sono accentrato anche per l’altezza ma penso di essere sempre stato più bravo a partecipare al gioco e a mandare in porta i miei compagni».
C’è spazio anche per qualche ricordo recente legato ai gol segnati:
«Quello col Bari di tacco è stato istintivo e in quel momento non sapevo neanche se ero in fuorigioco: ho visto la palla lì e ho messo il tacco. Quello col Mantova, invece, per difficoltà è più bello: la palla al volo che finisce sotto l’incrocio».
E un salto nel passato, quando il sogno sembrava allontanarsi:
«Il Milan da ragazzo mi ha scartato. Sceglievano giocatori già strutturati, con un fisico più imponente, e io sono cresciuto tardi, ero piccolino. Quell’anno poi non ero neanche andato così bene e decisero così. Poi mi sono andato a fare le ossa nei campionati regionali e non mi pento delle scelte che ho fatto».
La Serie A resta una tappa ancora da raggiungere. Ma Moreo non smette di crederci:
«Mi dispiace non aver giocato in A? Un po’ sì, ci sono arrivato vicino ma ho dovuto rifare un passo indietro. C’è sempre tempo per arrivarci, perché alcuni sono arrivati anche molto tardi… Andarci col Pisa? Noi ci stiamo provando. Abbiamo raggiunto alcuni obiettivi di quest’anno ma adesso siamo lì e ci proveremo fino alla fine. È una piazza che si merita palcoscenici importanti e ci proveremo».
Infine, l’obiettivo più grande, che unisce ambizione personale e senso di appartenenza:
«A livello personale l’obiettivo si collega a quello di squadra, perché voglio dare una mano al gruppo e a questa piazza a raggiungere questo obiettivo, un sogno, che manca da più di trent’anni. L’augurio è di mettercela tutta fino alla fine, con l’aiuto del pubblico, e di sperare di arrivare fino in fondo in questo modo».